Donne in politica, da Pippo Gianni una spinta verso il superamento della discriminazione

 

La possibilità che donne e uomini partecipino in modo bilanciato e possano cambiare e modificare la vita politica, economica, sociale e culturale di un comune è stata messa in atto dal candidato sindaco di Priolo Gargallo, onorevole Pippo Gianni. Per il senso garantista o per provocazione politica verso il maschilismo, gli assessori da lui designati sono tutti di genere femminile: Maria Chiara Gambuzza, Maria Grazia Pulvirenti e Barbara Campione, riservandosi di nominare il quarto assessore. È il senso critico di una società che rimane maschilista e che vede le donne impegnate in politica con palese diffidenza nei confronti di una società, ormai liquida, senza le fondamenta su cui poggiare gli alti valori della democrazia e della libertà, compresa quella di genere.

Per abbattere gli ostacoli che le donne incontrano quando decidono di impegnarsi in politica, non c’è altro modo: rimuovere le barriere che impediscono alle donne la piena partecipazione alla vita politica, economica e sociale, è necessario che le donne accedano ai luoghi di potere decisionale. Ma non basta ancora. Occorre, infatti, migliorare la rappresentazione politica delle donne che non si deve ridurre a introdurre delle quote elettorali e basta, o con interventi che permettano di riconciliare attività politica e vita familiare. Specie, in un’epoca in cui è scomparso lo stimolo a confrontare esperienze, a dare al vissuto del singolo una dimensione collettiva, sia pure in modo frammentario, le voci come donne piene di talento e di passione per quello che fanno, permettono di slegarsi dalle vecchie e dure a morire abitudini basate sull’esclusione delle donne, dalla sfera pubblica. La valorizzazione di doti, attitudini, ritenuti complementari sulla base della differenziazione tra i sessi, ha bisogno oggi di superare la crisi che il maschile sta attraversando, come valore dominante, e la società che vi si è costruita sopra, svincolata dalle necessità primarie della conservazione della vita. D’altronde, siamo tutti figli dello stesso Dio, con gli stessi pregi e difetti, a prescindere dal sesso o dal colore della pelle.

Salvina Di Giorgio

 

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