Siracusa. Vincenzo Frontera da oltre dieci anni dirige con impegno gli 007 della Digos

Vincenzo Frontera è un dirigente della polizia di Stato che da oltre dieci anni è alla guida della Digos della questura di Siracusa. Un impegno costante che l’ha portato a guidare i suoi uomini in tante operazioni a contrasto del malaffare e a stanare le tante malefatte degli uomini che operano nella gestione degli enti pubblici. Non ama le luci della ribalta; sempre piuttosto defilato, ma molto attento ai cambiamenti della società; conosce fatti e circostanze della politica e dei tanti uomini che gestiscono la cosa pubblica nell’intera provincia siracusana.

Un impegno costante e scrupoloso, svolto in questi anni, con tanta esperienza fabbricata sul campo. Impegnato in tutte le più delicate inchieste giudiziarie, che la Procura della Repubblica di Siracusa ha messo in campo e delegato alla sua sezione. Vincenzo Frontera in precedenza ha diretto l’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico e prima ancora il commissariato di pubblica sicurezza nel territorio caldo di Pachino. Una presenza riservata ma costante, quella che gli agenti della Digos garantiscono in ogni situazione legata a manifestazione, riunione, assemblea, fatti che riguardano la vita e la sicurezza della società democratica dello Stato italiano nelle tante sfaccettature che s’innescano nella vita di tutti i giorni. Lo stile adoperato da Vincenzo Frontera nell’attività di polizia e deputato ai suoi agenti della Digos, privilegia il dialogo e il rapporto con le orrganizzazioni sindacali e le istituzioni in generale. Scrupoloso e professionalmente preparato, conosce fatti e circostanze che nel tempo hanno fatto della Digos di Siracusa un punto di riferimento e un fiore all’occhiello nelle indagini che riguardano la pubblica amministrazione, così come i tanti rapporti trasmessi alla Procura della Repubblica sia ordinaria, così come alla Distrettuale antimafia, alla Prefettura e al Ministero degli Interni.

Fra le più rappresentative operazioni portate a termine dalla Digos di Siracusa, con il coordinamento della Procura aretusea, emergono l’operazione “Uomini e caporali”, culminata il 21 novembre 2008 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quindi persone, tra cui un pubblico funzionario ed alcuni professionisti, accusati a vario titolo, dei reati di corruzione, favoreggiamento e sfruttamento dell’immigrazione clandestina; l’indagine, avviata nel luglio del 2007, ha evidenziato l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita allo sfruttameto di cittadini extracomunitari cui erano procurati documenti che consentivano l’ottenimento della regolarizzazione sul territorio nazionale, anche attraverso il pagamento di somme di denaro a compiacenti imprenditori con i quali erano stipulati falsi contratti di lavoro. Il 2 ottobre 2010, a distanza di due anni dalla prima, la Digos ha portato a compimento una seconda inchiesta sul caporalato. Erano coinvolti nell’operazione denominata “Uomini e caporali 2”, due avvocati e sette imprenditori agricoli, destinatari dei provvedimenti restrittivi per presunti falsi contratti di lavoro per immigrati clandestini. I magistrati della Procura della Repubblica di Siracusa, insieme con gli agenti della Digos e con i carabinieri, hanno scoperto che i migranti per “comprare” un posto di lavoro ed un alloggio pagavano una somma compresa tra i 4 e i 7mila euro. Giunti in Italia, però, non avevano poi né il lavoro né l’alloggio. Erano procurati falsi contratti di lavoro a pagamento a cittadini extracomunitari che così ottenevano, falsamente, il presupposto per una successiva regolarizzazione della loro posizione sul territorio italiano. Particolare impegno è stato richiesto agli uomini della Digos in occasione del G8-Ambiente, organizzato dalla ministra siracusana, Stefania Prestigiacomo. Molto delicata nel 2012, la situazione affrontata in occasione della protesta dei “Forconi”, con a capo il leader Mariano Ferro, che durò diverse settimane e che ha costretto le forze dell’ordine a coordinarsi anche fuori dal territorio siracusano, in tutta la Sicilia e oltre lo Stretto. Costanti, cordiali e incisisi i rapporti con la prefettura. Nella sua lunga permanenza alla Digos, Vincenzo Frontera ha svolto un’opera di collegamento e di mediazione dimostrando vicinanza a tutta la comunità e ai lavoratori. Con la stampa i rapporti sono sempre stati cordiali e nel segno del reciproco rispetto professionale e deontologico. Ancora un’operazione della Digos concentrata sul fenomeno dell’assenteismo, con particolare riferimento ai dipendenti dell’ex Provincia regionale di Siracusa, scoperti e filmati mentre smarcavano il badge di colleghi che erano in questo modo presenti al lavoro, anche se nei fatti erano altrove.

Nel mirino degli investigatori della Digos sono finiti nel 2013 coinvolti nella vicenda giudiziaria denominata “Fantassunzioni” a carico di sei ex consiglieri comunali siracusani e di sette imprenditori. Tutti gli imputati sono in atto sotto processo e sono accusati del reato di truffa ai danni del Comune di Siracusa, nell’ambito dell’inchiesta legata alle presunte assunzioni fittizie, per ottenere dal Comune di Siracusa i relativi rimborsi previsti dalla normativa regionale vigente e che ha riacceso le luci della ribalta della politica in Sicilia.

Troviamo ancora gli uomini della Digos sulle tracce dei consiglieri comunali siracusani, sia di questa tornata amministrativa, sia di quella precedente, che avrebbero intascato gettoni di presenza in eccedenza e nella dubbia applicazione della legge. Un’indagine tuttora in corso, dove sono coinvolti quarantanove consiglieri comunali, iscritti dalla Procura di Siracusa nei registri delle notizie di reato a modello ventuno.

Con la sigla Digos, Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali, si indicano gli uffici periferici operativi, dotati di competenze specifiche. Le Digos nacquero nel 1978 insieme con la riorganizzazione del Dipartimento centrale di Polizia come uffici periferici presso ogni questura (Divisioni Investigazioni Generali ed Operazioni Speciali), prendendo il posto dei vecchi “Uffici politici”.

Le funzioni affidate furono: raccolta delle informazioni sulla situazione generale, anche ai fini della tutela dell’ordine pubblico; investigazioni per la prevenzione e la repressione dei reati contro la personalità interna ed internazionale dello Stato e contro l’ordine pubblico, dai reati di terrorismo a quelli di natura politica.

Terrorismo a livello nazionale ed internazionale, anche di tipo informatico e telematico. Controlla anche tutte le attività di gruppi estremistici che perseguono scopi di sovvertimento sociale con il ricorso al contrasto di illegalità nelle manifestazioni sportive ad opera di gruppi di tifosi violenti organizzati.

Ogni divisione, all’interno della questura, è composta da una sezione informativa e da una sezione investigativa. In tutte le questure assume importanza dal 2001 anche una apposita squadra tifoserie.

Nelle sedi distrettuali sede di corte d’appello gli uffici sono organizzati: Sezione informativa. L’attività informativa generale, raccolta elaborazione ed analisi delle informazioni, organizzazioni sindacali, politiche, religiose, sportive con particolare riferimento alle tifoserie organizzate, movimenti antagonisti ed ogni altra organizzazione o movimento presente e radicata sul territorio che possa avere risvolti per l’ordine e la sicurezza pubblica. Sezione investigativa attività di polizia giudiziaria nelle materie di competenza specifica dell’ufficio: reati commessi durante le manifestazioni sportive, reati elettorali, delitti contro la personalità dello stato ed ogni altro reato con risvolti sull’ordine e la sicurezza pubblica non riconducibile alla criminalità comune od organizzata Sezione antiterrorismo che svolge attività investigativa specifica nei confronti di associazioni o gruppi terroristici di sinistra di destra o internazionali. Nelle sedi non distrettuali questa sezione è assorbita dalla sezione investigativa.

Concetto Alota

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