“Sistema Siracusa”, si allargano le indagine e il numero degli indagati

L’inchiesta della Procura di Messina sul “Sistema Siracusa” va avanti speditamente, con nuovi indagini e altri indagati. L’ultima operazione coordinata dai pm messinesi e condotta dalla guardia di finanza in ordine di tempo è stato il ritrovamento di quattro contenitori pieni zeppe di documenti vari, considerati un vero e proprio tesoro dal punto di vista investigativo. Sono le 5 del mattino quando una carovana formata da una fila di automezzi delle fiamme gialle, auto, furgoni e un camion con sopra un escavatore, sarebbe arrivata in un terreno situato tra le Mura Dionigiane e il Villaggio Miano, per scavare dopo averne individuato il punto, con l’ausilio di un drone.

Intanto, a seguito della decisione del Gip del tribunale di Messina Maria Vermiglio di rigettare le richieste di scarcerazione e di attenuazione delle misure cautelare, domani si svolgeranno le udienze davanti al tribunale del riesame per 8 tra tutti gli indagati, e solo successivamente per agli altri. Sono Piero Amara, Giancarlo Longo, Sebastiano Miano, Vincenzo Naso, Francesco Perricone, Mauro Verace, Giuseppe Guastella e Alessandro Ferraro. E non si placano le polemiche attorno al caso del “Sistema Siracusa”, in cui i protagonisti sono magistrati, avvocati, faccendieri, giudici, consulenti, imprenditori che per ottenere profitto a proprio vantaggio con stupefacente astuzia, avrebbero organizzato un sistema scientificamente organizzato a ventaglio.

Un gioco perverso in cui sciabordano un manipolo di uomini. Una conferma che la corruzione nell’ambiente giudiziario è uno dei fenomeni più inquietanti, in cui corrotti e corruttori provocano effetti devastanti sul sistema economico e sociale, e dove i deterrenti rimangono solamente le inchieste a tutto campo, come quella della Procura di Messina, rimuovendo così il senso d’impunibilità dei corrotti nella pubblica opinione. Insiste anche la crisi del senso deontologico della magistratura, così come di avvocati, consulenti, dirigenti e funzionari delle istituzioni a più livelli. Troppo spesso scoperti coinvolti nella corruzione giudiziaria, che rimane uno dei tasselli peggiori del mosaico della criminalità del sistema giudiziario italiano. Attori e registi, tutti accomunati in una cerchia di nomi eccellenti e frequentatori assidui dei salotti buoni delle Istituzioni e portatori degli interessi di poteri forti occulti, finiti nelle indagini delle Procure di Roma e Messina; inchiesta, quella siracusana, nata da una denuncia diretta alla Procura di Messina e firmata da otto pubblici ministeri, tutti colleghi di Longo. Un esposto del 24 settembre del 2016 denunciava il sospetto di rapporti illeciti tra l’ex pm, Longo, e non solo, nel frattempo trasferito al tribunale civile di Napoli, Calafiore, Amara e tanti altri coinvolti a vario titolo.

Concetto Alota

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