I periti nominati dal gip del tribunale di Siracusa, Carmen Scapellato, propendono per la ricostruzione degli eventi fatta dal marito di Licia Gioia, il maresciallo dei carabinieri, morto la sera del 28 febbraio nella villetta dell’Isola. Per i professori Domenico Compagnini e Alessio Plebe e l’ausiliario,perito industriale Santi Gatti, che ieri mattina, nel corso dell’incidente probatorio, hanno depositato e discusso la relazione, aderiscono sostanzialmente alla ricostruzione dei fatti accaduti la sera del primo marzo nella villetta dell’Isola, così come raccontata dal poliziotto Francesco Ferrari, il marito di Gioia, iscritto al registro degli indagati per omicidio colposo. I tre consulenti hanno concluso la perizia affermando che “la ricostruzione virtuale, effettuata sulla scorta delle evidenze disponibili, dimostra la realizzabilità fisica dell’evento nelle modalità dichiarate dall’indagato Francesco Ferrari.
La perizia dei tre consulenti propone dubbi ai genitori del maresciallo: l’avv. Aldo Ganci sostiene che la consulenza tecnica parte dalle dichiarazioni dell’indagato Ferrari, prendendo per buona la ricostruzione la dinamica suicidiaria. Approfondiremo la relazione ma possiamo dire sin da adesso che sia lacunosa”.
“L’esito di questa perizia rappresenta una prova inconfutabile a favore della difesa – afferma l’avv. Stefano Rametta, legale difensore di Ferrari – i periti hanno valorizzato elementi importanti facendo una ricostruzione plausibile sulla morte del maresciallo Gioia, aderente a quanto da sempre affermato da Ferrari”.