6 luglio 2021 – Si è riunita d’urgenza stamane l’Unità di crisi nazionale della Protezione civile, dopo la richiesta avanzata ieri dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci. Al centro del confronto la difficile situazione che l’Isola sta vivendo in queste settimane a causa dell’aumento degli incendi, quasi tutti di origine dolosa, e dell’incessante caduta di cenere vulcanica sui centri etnei.
All’incontro, in videoconferenza, hanno partecipato il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, il comandante nazionale dei Vigili del fuoco, Fabio Dattilo, il capo della direzione centrale della Formazione dei Vigili del fuoco, Gaetano Vallefuoco, e, per la Regione Siciliana, il governatore Musumeci, l’assessore al Territorio, Toto Cordaro, il capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, il dirigente generale del Corpo forestale regionale, Giovanni Salerno.
Tutti hanno concordato nel prevedere un’estate critica, con temperature alte che non fanno presagire certamente niente di buono. Si stanno valutando iniziative possibili per intervenire sul territorio, anche con la presenza di unità dell’Esercito nelle zone rurali particolarmente vulnerabili. Curcio intanto ha assicurato, su richiesta di Musumeci, il celere impegno della Protezione civile nell’erogare 5 milioni di euro per far fronte alle richieste dei sindaci dei Comuni colpiti dalla cenere vulcanica.
Al termine il presidente della Regione, il direttore della Protezione civile Salvatore Cocina e l’assessore all’Energia e ai Servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, hanno incontrato il coordinamento dei presidenti di Consiglio comunale dell’area metropolitana di Catania. Presenti, oltre al sindaco della Città metropolitana di Catania, Salvo Pogliese, anche i primi cittadini dell’area pedemontana etnea.
«La prossima settimana l’Unità di crisi nazionale di Protezione civile si riunirà in Sicilia, su mia richiesta, per fare il punto sulla situazione dei danni causati dalla cenere vulcanica, fenomeno che pare purtroppo non essere destinato ad esaurirsi nello spazio di pochi giorni e che crea una condizione di disagio indescrivibile per gli abitanti dei centri maggiormente colpiti. Noi – ha dichiarato il presidente Musumeci – abbiamo la necessità di garantire la rimozione della cenere vulcanica nel più breve tempo possibile e di intervenire anche sui privati. E, quando dico noi, intendo lo Stato. Ecco perché a Roma chiederemo una norma che consenta di finanziare l’attività di intervento a sostegno degli enti locali, dei privati e delle imprese. La stessa cosa chiederemo al Parlamento regionale».
«Da Roma arriva l‘impegno della Protezione civile nell’erogare 5 milioni di euro per far fronte alle richieste dei sindaci. Il primo milione – ha aggiunto Musumeci – lo abbiamo già accreditato come Regione. Pensiamo di individuare, a breve, altre risorse per creare un fondo con contratto aperto in modo che i Comuni possano accedervi direttamente ed accelerare così le procedure. Siamo tutti mobilitati per ridurre al minimo gli effetti devastanti di questa situazione».
Durante l’incontro è stato affrontato anche il tema del contrasto agli incendi che già questa mattina era stato al centro del vertice, in videoconferenza, con l’Unità di crisi nazionale chiesto dal presidente Musumeci. Proprio durante il vertice si è discusso della possibilità di richiedere ulteriori unità dell’Esercito in Sicilia, questione che sarà sottoposta, per competenza, al ministero della Difesa. «Molti focolai sono di origine dolosa, altri sono causati dalla distrazione e dalla irresponsabile condotta dei proprietari dei fondi non coltivati o abbandonati – ha continuato Musumeci. La campagna antincendio in Sicilia è partita e stiamo usando ogni mezzo a disposizione. Abbiamo utilizzato tre canadair dello Stato e tutti e otto gli elicotteri della Regione, abbiamo mobilitato a terra tutti gli uomini della Forestale e dell’antincendio. Anche su questo tema la prossima settimana incontreremo l’Unità di crisi nazionale. I piromani sono in piena attività e contro questi delinquenti – non ho difficoltà a dirlo – ci vorrebbe il carcere a vita, perché il danno che fa un piromane al patrimonio botanico, boschivo, alla flora, alla macchia mediterranea è enorme. In un attimo si distrugge ciò che la natura ha creato in 40-50 anni».