Si è sottoposto per oltre 5 ore ad interrogatorio davanti al procuratore capo di Messina, Maurizio De Lucia e ai 3 “sostituti” che hanno coordinato le indagini relative al cosiddetto “Sistema Siracusa”, delegate alla guardia di finanza. L’avv. Giuseppe Calafiore, che deve rispondere dei reati di associazione per delinquere, corruzione, falsità ideologica, concussione per affermare gli interessi propri e di alcuni clienti da egli e dagli altri indagati considerati di particolare rilievo, ha parlato a lungo con i magistrati.
Un interrogatorio fiume, che potrebbe ancora continuare nei prossimi giorni, sul quale, però, gli inquirenti si sono trincerati dietro al più stretto riserbo. “Il mio assistito ha risposto a tutte le domande poste dai pubblici ministeri, su tutte le vicende oggetto della contestazione. Per il momento non posso spingermi oltre. Soltanto a conclusione di questa fase, e secondo la valutazione che farà la Procura di Messina, conosceremo fra qualche giorno le determinazioni del gip Maria Vermiglio”.
E’ stato Calafiore, come si ricorderà, all’inizio della scorsa settimana a chiedere ed ottenere di essere interrogato dai pm che stanno coordinando l’inchiesta sui dossier e i depistaggi. La decisione dell’avvocato è giunta a distanza di tre mesi dalla sua costituzione, avvenuta il 10 febbraio e dopo che l’avv. Piero Amara si è sottoposto a interrogatorio davanti ai magistrati delle procure di Messina, Milano e Roma, che gli hanno consentito di ottenere dai due giudici per le indagini preliminari il beneficio degli arresti domiciliari. In precedenza era stato l’ex pm di Siracusa, Giancarlo Longo ad avere beneficiato della meno afflittiva misura cautelare degli arresti domiciliari.