Reddito di cittadinanza: il dilemma delle amministrazioni locali

Siracusa, 22 luglio ’21 – “Lo ammettiamo: non riusciamo più a comprendere se il disinteresse totale rispetto al sociale dei nostri sindaci sia dovuto all’impossibilità di progettare, alla mancanza di figure professionali al proprio interno, all’eccessivo onere per gli organici per l’elaborazione di una serie di progetti o, ultimo ma non meno importante, al mancato accredito sulla piattaforma progettata dal Ministero.”

Il dilemma estivo viene condiviso dai segretari generali di SPI Cgil, FNP Cisl e Uil Pensionati, Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino, dopo la conferma che solo nove Comuni della provincia di Siracusa hanno attivato i P.U.C., i Progetti Utili alla Collettività.

Nell’ambito dei Patti per il lavoro e/o per l’inclusione sociale, i beneficiari e percettori del Reddito di Cittadinanza – ricordano i tre segretari – dovrebbero essere tenuti a svolgere Progetti Utili alla collettività (PUC) nel proprio comune di residenza per almeno 8 ore settimanali, aumentabili fino a 16 ore. Ma visto che il condizionale appartiene ormai a tanti sindaci, soltanto Avola, Noto, Portopalo, Buccheri, Augusta, Melilli, Francofonte, Solarino e Pachino stanno sfruttando questa opportunità.”

Questi progetti, infatti, sono di titolarità e responsabilità dei Comuni, che possono attuarli singolarmente, in gestione associata, o anche come Ambito Territoriale, con il coinvolgimento degli Enti del Terzo Settore.

Le Amministrazioni Comunali, quindi, possono impiegare a beneficio della comunità in lavori utili i percettori del Reddito di Cittadinanza, per i quali la normativa prevede fra l’altro la copertura dei contributi previdenziali e assicurativi, non a carico dei Comuni.

L’attivazione dei PUC in appena il 42 per cento dei comuni siracusani, lascia fuori il 63 per cento di percettori del reddito di cittadinanza, potenzialmente destinabili a lavori di pubblica utilità.

Le attività messe in campo nell’ambito dei PUC, oltre a dare agli interessati una occasione di formazione sul campo e l’acquisizione di una competenza professionale, – sottolineano Tranchina, Polizzi e Sorrentino – possono rappresentare servizi concreti per la Comunità, in ambiti quali la cura del verde pubblico, la pulizia delle strade, il censimento e la tutela dei beni del Comune, il segretariato sociale, il servizio informazione del Comune stesso, la vigilanza nelle scuole, non per ultimi i servizi agli anziani.

Insomma, continuando a ricercare una risposta al nostro dilemma estivo, – concludono i segretari generali di SPI Cgil, FNP Cisl e Uil Pensionati – crediamo fortemente che i Comuni stiano sottovalutando l’utilizzo di questo strumento. Non vogliamo, infatti, lontanamente pensare che ci siano sindaci che non tengano al miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle aree urbane stesse e che non abbiano contezza dell’elenco dei beneficiari del reddito di cittadinanza che, in tutta la provincia, già nel 2019, è stato pari a circa 34 mila percettori. O no?”

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