Non sono solo gli autotrasportatori a mancare nella Gran Bretagna post-Brexit. Ad attraversare un momento critico sono anche gli allevatori, che vedono i capi di bestiame accumularsi a tal punto che non sanno più dove stiparli.
Colpa della penuria dei macellatori, un’altra classe di lavoratori che contava parecchi immigrati europei, e le cui fila si sono drammaticamente svuotate dopo il divorzio tra Londra e Bruxelles. A farne le spese sono allevatori.
Visti d’emergenza
Uno degli allevatori chiede la concessione di visti d’emergenza per gli europei che abbiano le competenze per risolvere il problema. “Abbiamo bisogno di far entrare i macellai negli impianti di lavorazione – dice – per poter smaltire il carico di bestiame”.
E avverte che, se a Londra non si sbrigano a fare qualcosa, presto il problema si sposterà anche sul lato consumatore, dal momento che migliaia di britannici la mattina non sapranno più dove reperire uova e bacon per la tradizionale english breakfast.
Perché il problema riguarda anche il pollame: le galline depongono uova fecondate per gli allevatori che coltivano polli, ma il collo di bottiglia nelle catene di approvvigionamento ha fatto sì che abbia dovuto buttarne via centinaia di migliaia.
“Qui lavorano 20 persone, che lavorano duramente giorno dopo giorno, dalla mattina presto per far si chequesti animali producano molte uova . Finire per vederele buttate nella spazzatura è demoralizzante per tutti noi”.
La ragione per cui le carni suine e il pollame sono tra i settori più colpiti dalla carenza di lavoratori europei è che questi animali crescono più velocemente: ma si teme che, tra non molto, anche gli allevatori di bovini e di agnelli si troveranno nelle stesse condizioni.
Il governo, dal canto suo, dice di essere consapevole del problema, e di essere a lavoro a stretto contatto con i settori interessati. per trovare una soluzione.