Forestali, Antonio David: “Aumentare di 20 giornate le fasce non risolve un problema che nasce già morto”

 

E’ una situazione che sta scivolando dalle mani e che porterà un malcontento a tanti che speravano in un prossimo futuro, di migliorare la propria vita lavorativa e non solo. E’ la questione dei lavoratori forestali che in questi giorni stanno rimettendo in gioco ciò che da sempre vorrebbero migliorare e cioè quello di avere un adeguamento sostanziale e definitivo vista la loro precarietà che dura da tanto tempo.

In questi giorni si sta valutando all’ARS la riforma del settore e da ciò, si discute sulla varie situazioni che potrebbero essere valutate realmente per accontentare e migliorare la situazione gestionale del settore forestale. ad alimentare ancora tante incertezze, rabbia e delusione è la questione degli stipendi arretrati che ad oggi non sono stati elargiti ai lavoratori e su questo Antonio David, operaio Forestale e responsabile di Forestalinews vuole chiarire. -“Come ogni anno stiamo qui a raccontare l’ennesima situazione degli stipendi arretrati (Settembre,Ottobre e Novembre) che arriveranno qualche giorno prima del Natale e se aggiungiamo che la riforma del settore rischia sempre più di essere bistrattata da competenze e problemi di fondi strutturali ,possiamo tranquillamente affermare che siamo precari da 30 anni e lo saremo fino alla fine. Aumentare le giornate così come vuol fare il Governo regionale, e cioè di 20 e 30 giorni per le singole fasce di appartenenza non migliorare la situazione che ogni lavoratori attende dopo tanti anni, così come il blocco del turno over o stabilizzare senza un criterio concreto e fattibile” –

Lavori d’Aula che saranno valutati dalla prossima settimana con l’interlocuzione dell’Assessore all’Agricoltura Scilla e capire tramite le possibilità finanziarie dell’Ass. Armao di capire come muoversi in un’ottica globale. -“Dai banchi regionali e cioè dal primo tempo della partita – continua David – si è captato che all’ARS il Governo Regionale vorrebbe passare la palla a quello centrale per stabilizzare il settore, dunque sbarazzarsi dalle mani la patata bollente dei lavoratori forestali. Questo certamente secondo me, non è un buon viatico per l’opinione pubblica nazionale e di tanti che vorrebbero abolire il settore, visto tutto ciò che si è raccontato ingiustamente negli anni sui lavoratori, pur non conoscendo realmente le situazione del settore”.

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By Redazione

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