Proseguono le ricerche dei carabinieri dell’uomo indagato per l’omicidio di Giovanna Cantarero, detta Jenny, 27 anni uccisa a colpi di pistola nella tarda serata di venerdì scorso in una strada della periferia tra Misterbianco e Catania.
Procura ed investigatori mantengono uno stretto riserbo sulle indagini. Intanto stamane è in programma l’autopsia sul corpo della ragazza uccisa mentre aspettava la madre con una collega, che ha assistito alle fasi dell’omicidio, dopo aver finito il turno nel panificio dove lavorava. La giovane, occhi azzurri, minuta col volto da bambina, ha una figlia di circa 4 anni avuta da un uomo con cui aveva una relazione anni fa. I carabinieri continuano la caccia all’uomo giorno e notte con posti di blocco ma soprattutto tentando di trovare l’indagato da amici o parenti che potrebbero dargli ospitalità. Secondo la ricostruzione verso le 21.20 di venerdì Jenny Cantarero sarebbe uscita dal panificio con la collega in attesa che un parente, forse la madre, passasse a prenderla in auto. Non si sa se la donna aspettasse un familiare come forma di “precauzione” perchè aveva subito minacce e aveva paura o se fosse una consuetudine. Gli investigatori e la procura hanno le bocche cucite sull’inchiesta. Mentre attendeva fuori è giunto un uomo – col volto coperto dice la testimone – che avrebbe chiamato la vittima per nome e poi avrebbe esploso tre colpi di pistola: uno avrebbe colpito Cantarero al volto. La donna si è accasciata facendo cadere il sacchetto col pane che teneva in mano. L’assassino si poi è allontanato forse con uno scooter. Il sindaco di Misterbianco, Marco Corsaro, dice che non conosceva la vittima che andava nella frazione di Lineri solo per lavorare. Cantarero viveva a Catania e non aveva amici o legami nel comune confinante. Il delitto di Jenny ricorda quello di Vanessa Zappalà, 26 anni, uccisa ad Aci Trezza frazione di Aci Castello dal suo ex fidanzato mentre passeggiava con amici sul lungomare. L’assassino Antonino Sciuto, che dopo il delitto si è suicidato impiccandosi, era però stato denunciato dalla vittima ed era sottoposto, dopo un periodo ai domiciliari, al divieto di avvicinamento. Giovanna Cantarero nonostante le prime notizie che parlano di una relazione difficile, con litigi quasi quotidiani con l’uomo ricercato, non ha mai presentato denunce. Questo ha reso più difficili all’inizio le indagini. Gli investigatori hanno dovuto ricostruire con le testimonianze dei familiari il reticolo di amicizie e legami della vittima. Un altro femminicidio nel Catanese è avvenuto il 21 settembre scorso quando Ada Rotini, 46 anni, che faceva la badante a Bronte è stata assassinata dal marito, Filippo Asero, 47 anni, nel giorno della prima udienza della loro separazione di un matrimonio celebrato nell’agosto del 2020 e durato meno di un anno. L’uomo colpì la donna decine di volte con un coltello, davanti alla casa in cui avevano abitato insieme, in via Boscia, dove lei era andata per prendere degli effetti personali in compagnia della sorella e dell’anziano per cui lavorava.