Si riaprono gli scenari dell’inchiesta della Procura di Messina, di Roma e di Milano con più tronconi del “Sistema Siracusa”. Negli ambienti giudiziari si parlerebbe del coinvolgimento di pezzi grossi e personaggi, giudici, magistrati, avvocati, imprenditori e politici di primo piano finora considerati intoccabili in diverse località italiane. Piero Amara, che secondo i Pm messinesi sarebbe il perno principale del “Sistema”, da alcune settimane sta spiegando ai sostituti procuratori titolari delle inchieste intrecci e rapporti a piramide riempiendo pagine di verbali pieni di omissis, che potrebbero far esplodere una pentola di acqua sporca che bolliva di nascosto già da parecchi anni. Da parte dei difensori di alcuni indagati, emergerebbero dubbi su alcuni chiarimenti di Piero Amara e Giuseppe Calafiore e per questo Amara sarà molto probabilmente risentito venerdì. Si registra comunque un allargamento delle indagini con dichiarazioni fiume rese durante le tappe dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura peloritana davanti al gip di Messina, che potrebbero coinvolgere anche tanti notabili finora rimasti nell’ombra per le inchieste che hanno visto coinvolti Amara, Calafiore e tanti altri attori di questo romanzo con lo sfondo giudiziario di Milano, Roma e Messina, oltre che nello scenario della cronaca siracusana. Infatti, Amara sarà sentito nei prossimi giorni dai Pm di Milano e poi ancora da quelli della Procura di Roma, dove è stato risentito anche Calafiore.
Con le sue ammissioni durante l’ampio interrogatorio reso ai Pm, è probabile che Amara abbia consentito agli inquirenti di allargare lo spettro delle indagini a ventaglio. Tra le recenti ripercussioni, quella che ha coinvolto il docente universitario Giuseppe Mineo, raggiunto dalla misura cautelare emessa dal gip del tribunale peloritano, Maria Militello. La vicenda è ormai arcinota e si riferisce al sospetto del pagamento della somma di 115mila euro versata dalla società “Ocean One Consulting srl” su un conto maltese intestato all’imprenditore napoletano Alessandro Ferraro. Somma che era destinata, secondo quanto ricostruito dai magistrati messinesi, a coprire le spese di viaggio e di cure dell’ex presidente della Regione siciliana Giuseppe Drago per sottoporsi a un intervento chirurgico in Malesia.
Gli inquirenti avrebbero anche disposto una serie di rogatorie a Maltacosì come in altri Paesi esteri per avere un riscontro dei movimenti economici, come chiarito da Amara ai Pm il 23 e il 24 aprile: “Il pagamento è stato fatto per assecondare Mineo. Mineo ci chiede di aiutare Drago. Il conto di Ferraro è maltese (…) Ocean fece un bonifico su un conto maltese credo intestato direttamente a Ferraro: da questo conto le somme dovevano andare in alcune carte prepagate che il Drago avrebbe in seguito utilizzato. Non so se Ferraro gli diede anche dei contanti”. Il versamento di denaro sarebbe, quindi, legato alle vicende che riguardano Open Land e Am Group, casi dei quali Amara e Calafiore contavano sull’apporto dell’allora consigliere laico del Cga di Palermo, per indirizzare le sentenze di risarcimento come nelle loro pretese. Nell’ordinanza del Gip Militello, si legge: “Dopo il versamento delle somme, Amara e Calafiore si incontrano con Mineo a Roma presso l’hotel Alexandra e Mineo disvela il contenuto della camera di consiglio e il suo orientamento sulle vicende Open Land e Am Group.” In tal senso, la difesa del professore Mineo avrebbe a sua volta chiarito alcuni particolari nella dinamica dei fatti.
E se da un lato la posizione di Alessandro Ferraro si sarebbe alleggeritasui rapporti con l’ex Pm Longo durante l’esame di Amara la scorsa settimana, dall’altra si sarebbe aggravata dopo l’interrogatorio reso dallo stesso Piero Amara ai Pm di Messina, che stanno coordinando l’inchiesta “Sistema Siracusa” sul coinvolgimento del giudice Giuseppe Mineo. In questa circostanza è accusato di avere svolto il ruolo d’intermediario nella dazione di denaro all’allora consigliere del Cga di Palermo, Mineo, per favorire all’ex presidente della Regione siciliana, Giuseppe Drago. Secondo quanto sostenuto dalla Procura messinese, la somma di denaro pari a 115mila euro era stata versata dalla società “Ocean One Consulting”, e riconducibile su un conto maltese intestato proprio ad Alessandro Ferraro.
Intanto, sarà completato venerdì prossimo davanti al gip di Messina Militello, il contro esame dell’avvocato Giuseppe Calafiore nell’ambito dell’incidente probatorio chiesto dai rappresentanti della pubblica accusa per altri riscontri alle ampie ammissioni rese dai due principali indagati dell’intera vicenda giudiziaria. E’ probabile anche che i Pm messinesi sentiranno nuovamente Piero Amara per approfondire o chiarire alcuni aspetti delle sue dichiarazioni dell’articolata inchiesta che coinvolge decine di persone mentre sono molte le pagine dell’inchiesta che recano ancora la dicitura omissis, segno che le indagini sono ancora lontane dall’essere concluse. Ci sarebbero ancora molti spazi d’intervento soprattutto nell’intreccio di processi aggiustati e di sentenze pilotate e di tanto altro ancora.
Concetto Alota