Messina. Il Gup respinge tutte le richieste – Amara e Calafiore verso il patteggiamento a 2 anni e 30 mila euro di multa

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L’udienza preliminare del processo “Sistema Siracusa” continua in aula questa mattina per la definizione di tutte le posizioni rimaste nel fascicolo in possesso del Gup Marino. Si tratta di Fabrizio Centofanti, Gianluca De Micheli, Alessandro Ferraro, Giuseppe Guastella, Sebastiano Miano, Vincenzo Naso, Salvatore Maria Pace, Francesco Corrado Perricone, Davide Venezia, Mauro Verace, Ornella Ambrogio, Davide Rapisarda, Giambattista Coltraro, Riccardo Sciuto e Bruno Gastaldi. Per tutti i quindici imputati, la Procura di Messina insisterà per il rinvio a giudizio, a parte le richieste di patteggiamento.

Cinque anni di carcere per Giancarlo Longo, tutto il suo Tfr come risarcimento dei danni allo Stato oltre alle dimissioni dalla magistratura: è la proposta dell’ex Pm, accusato di corruzione, al Gup di Messina che sta celebrando l’udienza preliminare del procedimento sul cosiddetto «Sistema Siracusa» in cui il magistrato è imputato insieme con altre 12 persone. La Procura di Messina, titolare dell’indagine, ha dato parere favorevole. E oggi il giudice dovrebbe pronunciarsi sull’ex magistrato ma anche per altri richiedenti.

Le difese degli indagati hanno eccepito la qualsiasi ma il Gup ha rigettato in toto tutte le richieste innalzando un muro di gomma per mantenere le misure cautelari in atto di pochi indagati. Il processo, di fatto, potrebbero farlo solo poche persone; patteggiamenti, abbreviati e stralci porteranno gli attuali imputati al massimo a una mezza dozzina.

L’inchiesta ha al centro i due avvocati, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, le cui posizioni sono state stralciate dal filone principale, stanno patteggiando tutti i capi d’imputazione a loro ascritti su Messina. Il primo, circa 20 e il secondo circa 26, con la pena di 2 anni e 30 mila euro di multa per la loro fattiva collaborazione con la Giustizia italiana.

Si attende per oggi l’esito della richiesta di revoca della misura cautelare per Centofanti e Ferraro. Ma rimane l’enigma del fatto che il Gup non ha emesso il decreto di urgenza. Secondo molti degli avvocati difensori degli indagati si prevedono ricorsi in Cassazione e saranno tanti i motivi che potrebbero far regredire il processo allo stato iniziale.

Concetto Alota

 

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