A quasi 3 mesi di distanza dal loro arresto e della conseguenziale traduzione in carcere, potuto lasciare la casa circondariale di Cavadonna le tre persone coinvolte a vario titolo nell’attentato incendiario all’auto di proprietà della famiglia dell’ex sindaco Giancarlo Garozzo. Il gip del tribunale, Andrea Migneco, ha disposto la meno afflittiva misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di Andrea Amato, Salvatore Urso, Francesco Mollica, mentre ha tramutato da arresti domiciliari in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria la misura nei confronti di Lucia Urso di 37 anni.
La posizione giudiziaria dei 3 parcheggiatori e della donna si sarebbe affievolita anche se rimangono le accuse di tentata estorsione, in concorso formale e materiale, dell’incendio doloso dell’auto da cui devono difendersi, come la donna a cui viene contestato dal pm Davide Lucignani di avere più volte incassato gli introiti del servizio e di fungere da vedetta per segnalare la presenza delle forze dell’ordine
Come si ricorderà, le indagini, coordinate dal pm Davide Lucignani e portate a compimento dai carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo, sono scattate la sera del 14 novembre quando, intorno alle 18, ha preso fuoco il Range Rover, parcheggiato in viale Santa Panagia, sotto casa del primo cittadino. L’attività investigativa ha quasi subito dai carabinieri ha preso la piega verso la ritorsione da parte dei parcheggiatori abusivi. Questi si sono sempre difesi sostenendo di essersi solo limitati a riferire all’allora sindaco la loro precaria situazione economica.