Il cittadino Antonio Leone ci scrive chiedendoci di rappresentare al sindaco di Siracusa Francesco Italia un disagio che patiscono i siracusani che si vogliono recare al cimitero di Siracusa a piedi, nel rispetto di un’antica usanza. Le immagini pubblicate e inviate dal nostro lettore Leone si riferiscono al viale Paolo Orsi; una delle entrate di Siracusa città turistica, strada che ricade peraltro nella zona archeologica della città di Archimede. Il Signor Leone, scrive sintetizzando la sua breve lettera: Volevo chiedere al Sindaco di Siracusa se i cittadini hanno il diritto oppure no di recarsi al cimitero a piedi; camminando lungo il marciapiede del viale Paolo Orsi, com’è mia abitudine fare quando vengo a Siracusa e mi reco al camposanto, ovviamente nella speranza di non incorrere in gravi pericoli ma visto che il marciapiede del viale Paolo Porsi (e non solo) è invaso da alberi di ogni genere, mi pare facile che prima o poi un incidente può capitare. In ultimo chiede di chi è la responsabilità in caso di un malaugurato possibile incidente?
Lo stato di abbandono in cui versa la città di Siracusa, come la cattiva raccolta dei rifiuti, la sporcizia diffusa, le tante strade e marciapiedi scassate e non transitabili, il traffico fuori controllo, il verde pubblico abbandonato e per il resto fate voi a piacere, basterebbe e avanzerebbe per ipotizzare il reato d’interruzione di pubblico servizio. Infatti, per la Cassazione, in sintesi, è sufficiente che l’entità del turbamento della regolarità del servizio pubblico, pur senza aver cagionato in concreto l’effetto di una cessazione totale dell’attività o uno scompiglio durevole del buon funzionamento, siano idonei ad alterare il tempestivo, ordinato ed efficiente sviluppo del servizio stesso, anche in termini di limitata durata temporale.
Siracusa una delle capitali della cultura, è invece diventata dell’abbandono della mano pubblica, dove regna il disordine, sporca e per giunta cattiva. Si aspettava la nuova gara d’appalto del verde pubblico e della raccolta dei rifiuti per rivedere Siracusa pulita e ordinata, come negli Anni Ottanta, ma, ironia della sorte, è saltato tutto. La stessa cosa si può dire del servizio idrico, con una condotta colabrodo, vecchia e obsoleta, comprese le tubazioni principali di amianto e ferro arrugginito ancora in funzione dal Dopo Guerra nel silenzio e nella rassegnazione generale. Paghiamo le bollette di acqua e spazzatura tra le più care d’Italia; Siracusa, un tempo officina politica della Sicilia, oggi ridotta all’abbandono totale. La raccolta dell’immondizia dei cassonetti che procede a “corrente alternata” con continui salti di turni. I lavori di pulizia del verde pubblico, spariti. Il diserbo è inesistente; lo spazzamento delle strade è riservato solamente a quelle principali, il resto a singhiozzo peggiore dell’Africa. Sulla raccolta differenziata c’è tanta confusione e la sporcizia nella pubblica via è aumentata con il conseguente fetore in maniera esponenziale. Il servizio della disinfestazione gira da sempre al più basso regime. Rivedere la città di Archimede pulita e ordinata è un obiettivo che continua ad essere un miraggio.
I siracusani sono stati disabituati al decoro, alla coscienza civica, al rispetto per la propria città anche da chi non cancella con tempestività i segni dell’incuria. Si cerca di correggere queste mostruosità, che come una condanna sociale contribuisce a collocare Siracusa nelle ultime fila di ogni graduatoria sulla vivibilità. Una battaglia perduta in partenza; i cittadini sono indignati dalla pervicacia con cui le attese sono un miraggio, mentre si registra un menefreghismo ad oltranza nella pubblica amministrazione.
I siracusani, ormai rassegnati, accettano supinamente un cattivo servizio per la pulizia e il decoro della città. Ogni angolo di questa sventurata Siracusa grida la sua indignazione per com’è dimenticata e oltraggiata.
Una condizione irreversibile; una storia di privilegi, ricatti, connubi, luci e ombre, sussurra e grida e una montagna di soldi pubblici spesi. Nessuna azienda appaltatrice ha mai pagato la penale intimata; alla fine si è sempre trovato un escamotage per “sistemare i conti”.
Concetto Alota