“Schegge di muri e di vita”, mostra retrospettiva di Eva Fischer – si inaugurerà il 14 aprile 2022, presso il Palazzo dei Priori di Volterra

Si inaugurerà il 14 aprile 2022, presso il Palazzo dei Priori di Volterra, “Schegge di muri e di vita”, retrospettiva di Eva Fischer (1920-2015).

Nel contesto di “Volterra, Prima Città Toscana della Cultura 2022”, il Comune ospiterà 16 opere pittoriche di questa artista che ha portato l’Italia nel mondo attraverso i suoi quadri ed è stata testimone di gran parte della cultura del secolo scorso e dei primi anni di questo. Sarà la personale numero 135 di Eva Fischer.

La particolarità di questa mostra di Eva, è che è la prima in un contesto di opere astratte ma di alto significato umano ed in un qual modo figurativo: da Clowneide all’Ordigno meccanico col Rosso, dal Muro del Ghetto – nella storia delle deportazioni naziste a Roma i muri hanno significato un modo per mandare dei messaggi nascosti alla popolazione ebraica – ai Colori toscani nel quale è possibile estrarre attraverso le tonalità pittoriche, le componenti storiche che hanno costruito le città. I quadri esposti sono stati dipinti tra il 1953 ed il 1986.

L’esposizione di Volterra è stata fortemente voluta da Walter Sandri, console per la provincia di Massa Carrara del Touring Club Italiano, ed è la prima di un itinerario toscano collegato attraverso le tematiche pittoriche della Fischer. Luoghi, poli museali, presenze storicoculturali differenti, verranno accomunati nel 2022 dal tratto pittorico di un’artista contemporanea. Questo il percorso creato tra il TCI e la Eva Fischer Foundation.

La mostra volterrana durerà sino al 10 maggio.

“Schegge di muri e di vita”, mostra retrospettiva di Eva Fischer

Palazzo dei Priori di Volterra, sala del Giudice Conciliatore

14 aprile – 10 maggio 2022 – dalle 09.00 alle 19.00

https://volterra22.it/eventi/mostra-di-pittura-di-eva-fischer

Inaugurazione alle ore 16.00 del 14 aprile

Eva Fischer (1920 – 2015) – Brevi note biograficheNata a Daruvar, nella ex-Jugoslavia, il 19 novembre 1920, Eva Fischer si diplomò a soli 19 anni all’Accademia di Belle Arti di Lione. Rientrata a Belgrado – dove la famiglia si era trasferita -, fu poi costretta a fuggire dopo la deportazione per mano nazista del padre Leopold, eccelso talmudista e letterato in contatto anche con Franz Kafka. Assieme alla madre ed al fratello più piccolo si consegnarono agli “italiani brava gente” e vennero rinchiusi nel campo di Vallegrande, nell’isola di Curzola.

Da qui Eva riuscì ad ottenere un permesso – grazie al ritratto fatto ad alcuni soldati italiani – per portare la madre malata a Bologna, dove sotto falso nome divenne esponente attiva della lotta partigiana (Anpi l‘annovera fra i suoi soci onorari).

Eva fu talmente segnata da questa tragedia che per anni la relegò nell’oblio e nel silenzio più assoluto; affidò invece la voce del suo dolore ad una copiosa produzione di opere – mantenute segrete sino al 1989 perfino ai suoi familiari – che rappresentano un toccante e personale diario sulla Shoah.

A guerra finita Eva scelse Roma come città d’adozione ma la sua fu una vita di brevi migrazioni, ovunque il suo estro l’abbia chiamata: Parigi, Madrid, Gerusalemme, Londra.

Entrata a far parte del gruppo di Via Margutta divenne amica di Amerigo Tot, Mafai, Guttuso e Capogrossi. Di quel periodo ancora ricorda le lunghe passeggiate con Cagli e De Chirico, di quando Dalì si innamorò dei suoi mercati ed Ehrenburg che scrisse sulle sue “umili e orgogliose biciclette”.

Con Picasso s’intrattenne a casa Visconti parlando d’arte e creatività e dove il maestro la esortò a progredire e continuare nel suo lavoro.

Durante il soggiorno a Parigi divenne amica di Chagall e a Madrid fu assidua frequentatrice dell’atelier di Juana Mordò.

Nel 1963 Eva sposa Alberto Baumann, giornalista, poeta ed artista cresciuto a Montecatini Terme e di padre ungherese e madre livornese. Nel 1964 nasce il figlio Alan Davìd, giornalista e scrittore nonché presidente della Eva Fischer Foundation.

Definita “ultima rappresentante la Scuola Romana del Dopoguerra”, la Fischer venne nominata “Artista della Comunità Europea” nei primi anni ’80. È stata la prima donna ed il primo pittore ad esporre al Museo di Belle Arti di Osaka; ha tenuto oltre 130 mostre personali, fra le quali quella allo Yad Vashem di Gerusalemme, il Museo dedicato alla Shoah più famoso nel mondo. Nasce nel 1991 a Kfar-Sava (Israele) l’Eva Fischer Fund.

La carriera artistica di Eva Fischer è stata costellata da scambi ed amicizie con artisti e letterati del suo tempo, fra i quali va ricordato anche il lungo sodalizio con Ennio Morricone, che tradusse l’emozione dei suoi cromatismi pittorici nelle magiche note di brani indimenticabili scritti per lei e pubblicati nel cd “A Eva Fischer pittore”.

Il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano le ha conferito nel 2008 l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica.

Nelle sue opere è costante il gioco delle trasparenze frutto del suo stile personalissimo. Il lungo percorso pittorico è ricco di melodie dai romanticismi melanconici, dai racconti di vita vissuta o di vita calpestata. 

Le immagini raccolte e depositate nei suoi “momenti pittorici” possono però passare dal fantasioso al fantastico, dal “nudo e crudo” a quell’impercettibilità che solo la sensibilità di un’artista riesce a personalizzare.

Una retrospettiva con oltre 140 opere si è tenuta nel 2021 a Cagliari, riscontrando grande e costante successo per oltre sei mesi.

Nel mese di gennaio 2022, la città natale di Eva Daruvar, le ha intitolato la Galleria d’Arte Moderna.

Riferendosi alla dimensione artistica del ventunesimo secolo, Eva sottolineava che “è arte solo quel che provoca emozioni”.

Per un ulteriore approfondimento www.evafischer.com e www.evafischer.foundation.

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By Cosimo Consoli

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