Avvio in deciso calo per Piazza Affari con l’indice Ftse Mib ha avviato le contrattazioni in calo dell’1,61% a 23.887 punti.
Avvio in forte ribasso per le Borse europee, che scontano il timori legati alla diffusione del Covid in Cina e ai suoi impatti sulla crescita globale in un contesto di già grande incertezza e preoccupazione per effetto dell’inflazione galoppante, della stretta monetaria e della guerra in Ucraina.
Parigi cede l’1,98% in avvio nonostante la vittoria di Emmanuel Macron alle elezioni presidenziali francesi, Francoforte e Londra arretrano dell’1,65%.
Lo spread tra Btp e Bund tedesco si allarga a 172 punti base, quasi tre punti in più della chiusura della vigilia nonostante la conferma del rating dell’Italia da parte di S&P, venerdì scorso. In calo di 6 punti base i rendimenti del decennale italiano, al 2,602%, flessione che riguarda tutti i titoli di Stato sovrani, oggetto di acquisti da parte degli investitori in un contesto di generalizzata fuga dagli asset rischiosi.
I timori sull’economia a causa soprattutto dell’ondata di Covid-19 affondano le Borse cinesi: l’indice Composite di Shanghais egna un tonfo del 5,13%, a 2.928.51 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 6,48%, crollando a quota 1.790,03.
Petrolio in forte calo sui mercati internazionali in scia ai timori per l’avanzata del Covid in Cina e alla strategia messa in campo da Pechino per contrastarne la diffusione, che rischia di avere impatti sulla crescita globale e sulla domanda di greggio da parte del gigante cinese. Il wti, il greggio texano, scende sotto i 100 dollari al barile (-3,3% a 98,8 dollari) mentre il brent del Mare del Nord perde il 3,2% a 103,28 dollari. Nel weekend Shanghai ha registrato il record di morti mentre le autorità di Pechino hanno avvertito che il virus si sta “silenziosamente diffondendo” e imposto test di massa in un distretto della capitale.
Crollano le materie prime sui mercati internazionali mentre l’avanzata del Covid in Cina e la dura risposta della autorità di Pechino preoccupa gli investitori sulla domanda di commodity, in un contesto già reso incerto dalla corsa dei prezzi, dalla stretta monetaria e dalla guerra in Ucraina. I future sul rame con consegna a maggio crollano sul mercato cinese /Shanghai Future Exchange )dell’8,4%, quelli sull’alluminio con consegna a giugno addirittura del 50% mentre quelli sul ferro del 48% al Dalian commodity exchange, un altro mercato di commodity cinese.