Si arricchisce di un nuovo capitolo la storia infinita della camera di commercio del Sud Est. Si va avanti a colpi di carta bollata e, dopo che il Tar di Palermo ha annullato la delibera del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, con cui aveva nominato due commissari nella previsione di ulteriori accorpamenti che riguardano sei enti camerali siciliani, il Mise ha presentato all’avvocatura di Stato la richiesta di immediata impugnazione alla sentenza del tribunale amministrativo regionale. Per il Mise le motivazioni addotte dal Tar non sono condivisibili perché si basano su norme inapplicabili a questo caso specifico. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha posto l’obiettivo, nel suo ruolo di vigilanza, che l’operato degli organi camerali avvenga nel rispetto delle vigenti leggi e assicuri la realizzazione degli interessi pubblici senza pregiudicare aspetti che sono attualmente oggetto di giudizi.
Intanto, com’è noto, in virtù della sentenza del Tar, i rappresentanti della Camera di commercio del Sud Est di cui fanno parte Catania, Siracusa e Ragusa, era titolata a partecipare all’assemblea della Sac, la società che gestisce l’aeroporto Fontanarossa di Catania, esprimendo un proprio nominativo in seno al consiglio d’amministrazione. La scelta è ricaduta sull’avvocata Carola Parano, che risiede a Palermo ma ha anche uno studio professionale a Siracusa. Alla città d’Aretusa la lega la militanza nell’Opco, l’Osservatorio permanente sulla criminalità organizzata, organismo nato da una costola dell’ex Isisc, l’istituto superiore internazionale di scienze criminali (oggi Siracusa Institute). Parano è stata presidente di quell’organismo, voluto dall’allora procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra.
Sulla professionista di recente ha fatto riferimento l’avvocato Piero Amara che, interrogato dai magistrati della Procura di Milano, nell’ambito dell’indagine sulla cosiddetta Loggia Ungheria. Come emerge dai verbali e dai resoconti giornalistici, rispondendo alle domande dei pm Laura Pedio e Paolo Storari, che volevano sapere in quale momento fosse entrato a fare parte della presunta loggia, l’ex avvocato dell’Eni ha testualmente riferito: “Per rispondere a questa domanda devo prima riferire il contesto nel quale è nata la mia partecipazione all’associazione. A partire dal 2005 ho frequentato con una certa assiduità l’Opco (Osservatorio Permanente sulla Criminalità Organizzata) nel quale mi coinvolse Gianni Tinebra, all’epoca procuratore a Caltanissetta. Avevo conosciuto Tinebra attraverso Carola Parano (Direttrice dell’Opco) e Giuseppe Toscano (procuratore aggiunto di Siracusa)”.