Siracusa. Rigettata dal Gup di Siracusa Tiziana Carrubba la richiesta di archiviazione e disposto nuove indagini; continua quindi l’inchiesta sulla scomparsa di Alessandro Sabatino 40anni, e di Luigi Cerreto 23anni, originari di Caserta. Dei due non si hanno più notizie dall’11 maggio del 2014. Il Gup del tribunale di Siracusa Carrubba, accogliendo l’opposizione dell’avvocato Daniele Scrofani, ha rigettato la richiesta di archiviazione, e disposto nuove indagini. L’inchiesta aperta a suo tempo dalla Procura di Siracusa si riferisce alla scomparsa dei due badanti arrivati a Siracusa rispondendo a un annuncio di lavoro di Giampiero Riccioli, 49 anni, indagato per omicidio e occultamento di cadavere, che cercava badanti per accudire, in una villetta in contrada Tivoli, il proprio padre ottantenne. Il Gup ha disposto “ulteriori indagini” tenuto conto che le vittime “non risulta si siano mai allontanate da Siracusa”; per il giudice Tiziana Carrubba, “risulta la sussistenza di ragioni di contrasto con Giampiero Riccioli durante il periodo di permanenza nell’abitazione di suo padre”. Accolta anche la richiesta di “assunzione a sommarie informazioni testimoniali di Nicola Sabatino e Giuseppe Cerreto, rispettivamente fratello e padre degli scomparsi”. Saranno eseguiti anche accertamenti per la ricerca di materiale biologico e dei corpi degli scomparsi, “anche attraverso la perlustrazione di pozzi in zone facilmente raggiungibili dalla casa di Vincenzo Riccioli”. Il Pm ha 90 giorni di tempo per espletare le nuove indagini.
Un giallo quello dei due badanti spariti nel nulla che s’infittisce ancora di più. Alessandro Sabatino di 40 anni e Luigi Cerreto di 23 erano venuti a Siracusa per lavorare in una villa di contrada Tivoli come badanti del padre di Giampiero Riccioli, 47 anni e sono scomparsi il 12 maggio dello scorso anno in circostanze misteriose. “Continuate a cercare. Non è possibile che due ragazzi siano spariti nel nulla e nessuno riesca a dare indicazione per ritrovarli”. È l’appello lanciato più volte dall’avvocato Daniele Scrofani, portavoce della disperazione dei familiari dei due badanti originari della provincia di Caserta, scomparsi subito dopo la fine dell’assistenza a un anziano abitante a Siracusa. “Sappiamo che la Procura si sta dedicando al caso – ha sempre dichiarato l’avvocato Scrofani – Si segue una precisa pista per avere delle risposte che fino ad oggi, purtroppo, non sono arrivate. Ma è indispensabile che si perseveri nell’attività di ricerca perché abbiamo motivo di ritenere che Alessandro e Luigi da Siracusa non siano mai partiti”. Che cosa è successo a questi due ragazzi che con tanto coraggio avevano denunciato le critiche condizioni di vita dell’anziano che stavano accudendo? Sono stati uccisi? O che cosa?
L’indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Siracusa apparivadi facile svolgimento, dopo che gli uomini della Scientifica di Palermo e le unità cinofile specializzate nella ricerca di cadaveri, trovarono tracce sensibili al Luminol; gli agenti e i cani sono ritornati diverse volte nella villa di Tivoli alla ricerca di elementi utili dove si potrebbero trovare i cadaveri dei due giovani, ma gli esiti sono rimasti lettera morta.
Una fonte confidenziale avrebbe rivelato che i corpi delle vittime sarebbero stati gettati in un pozzo nei dintorni delle campagne della contrada Cifalino, nei dintorni del villaggio Tivoli. La procura della Repubblica siracusana conferma le indagini su pozzi e le trivelle, con ausilio dei vigili del fuoco, ma l’esito è stato finora negativo. Le tracce dei due badanti si sono perse nella giornata dell’11 maggio 2014 quando l’anziano da accudire era stato trasferito in una casa di cura.
Il datore di lavoro sostiene che i due siano stati pagati e che si siano allontanati dall’abitazione dove avevano svolto servizio a bordo di un taxi. Ma tutti i tassisti siracusani e non interpellati non hanno confermato questa circostanza, considerato che per prelevarli a bordo dell’auto e accompagnarli alla stazione centrale di Siracusa avrebbero dovuto andare fuori dalla città, in una zona di campagna. Un fatto non certo di routine, che gli operatori avrebbero di sicuro ricordato.
Dal mese di maggio dello scorso anno rimane iscritto al registro degli indagati, atto dovuto, Gianpiero Riccioli, il datore di lavoro, figlio dell’anziano a cui i due badanti Alessandro e Luigi hanno prestato le cure. Ma gli indizi al momento non hanno fatto emergere alcun riscontro effettivo sulla sua presunta responsabilità, in ordine alla scomparsa dei due.
“Stiamo lavorando sodo e non ci siamo mai fermati – disse allora il sostituto procuratore Antonio Nicastro, titolare dell’inchiesta trasferito alla Procura generale di Catania – Comprendiamo lo stimolo emotivo dei familiari dei due giovani ma le indagini sono parecchio complesse. Stiamo seguendo alcune piste, ma fino ad oggi non ci sono risultati”. Il magistrato si riferisce alle ricerche nei vari pozzi artesiani e a quelli trivellati. Con l’ausilio dei vigili del fuoco, si stanno controllando tutti quelli presenti a ridosso e nelle immediate vicinanze della villa in cui risiede Riccioli. “Alle operazioni stanno collaborando – continua il Pm Antonio Nicastro – anche i tecnici del genio civile per avere una precisa mappa necessaria per la ricerca nei pozzi e nelle trivelle presenti nella zona. Sono davvero tanti che, addirittura, durante i sopralluoghi, riscontrato che decine e decine sono abusive Comunque sia, insisteremo ad eseguire sopralluoghi nell’area attorno alla quale stiamo procedendo per cerchi concentrici, avendo come base la casa in cui hanno dimorato i due badanti”.
Fino a oggi si è eseguita una verifica su una quindicina di pozzi e trivelle in tutta la zona, alla ricerca dei corpi dei due badanti ma gli esiti sono stati negativi. Il legale delle due famiglie suggerisce anche l’impiego di attrezzature speciali. “C’è motivo di ritenere – dice – che, qualora fosse accreditata la pista dell’omicidio, i due corpi possano essere stati seppelliti in campagna”.
Secondo alcune indiscrezioni trapelate, le risultanze dei tabulati telefonici a confronto con le diverse dichiarazioni rilasciate da più persone informate dei fatti e dal figlio dell’anziano assistito dai due scomparsi e di cui non si hanno più notizie dallo scorso 12 maggio, non convincono gli investigatori in alcune parti, dopo che sono emersi delle vistose discrepanze nelle indagini degli uomini del commissariato di polizia di Aversa, che hanno acquisito i tabulati telefonici dei telefonini dei due. Di questa storia si è occupata, per la seconda volta, la nota trasmissione di Rai 3 “Chi l’ha visto?”, nella puntata del 11 febbraio scorso.
Concetto Alota