Siracusa, 30 luglio 2022 – “Interrompere immediatamente il procedimento istitutivo del Parco degli Iblei”. Questa, in estrema sintesi, la richiesta formulata dalla Consulta delle Associazioni di Categoria di Siracusa e rivolta in una lettera al MITE, alla Regione Siciliana, ai Liberi Consorzi e ai Comuni interessati dal provvedimento.
Una posizione netta e motivata nel dettaglio, scaturita come naturale conseguenza di un percorso di istituzione che ha visto lungo il suo iter numerosi problemi e gravi lacune.
Nello specifico, si ricorda come l’intero procedimento istitutivo non abbia mai garantito una effettiva e reale concertazione e partecipazione delle comunità locali e dei portatori d’interessi dei territori coinvolti, visto che la proposta istitutiva del Parco non è stata basata su un’analisi scientifica e dettagliata del contesto territoriale (geologico, naturalistico, antropico, storico, geologico, ecc) ma su una “Relazione introduttiva” di appena nove pagine, elaborata da un non definito Comitato promotore di cui non è stata fornita né composizione, né competenze scientifiche.
Inoltre, tutti i dubbi e le perplessità che le diverse associazioni di categoria, in modo indipendente, hanno manifestato nel tempo non sono mai stati presi in considerazione, senza dimenticare che nel dicembre 2020 anche i comuni aderenti all’Unione dei Comuni Valle degli Iblei hanno prodotto uno studio di massima del territorio interessato dall’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei, constatando che, se si fosse lasciata in piedi la perimetrazione prevista, la superficie di aziende agricole, zootecniche e artigiane in attività incluse nel palco e quindi a rischio stesso di esistenza sarebbe stata di circa 14 mila ettari, pari al 40% della superficie complessiva dell’Unione dei Comuni.
Numeri impressionanti che potrebbero dunque dare il colpo di grazia ad un comparto economico che non versa certo in condizioni idilliache; ma il paradosso più grave riguarda gli interventi previsti di mitigazione del rischio idrogeologico all’interno del potenziale parco che, se fosse davvero istituito, a causa dei nuovi stringenti vincoli verrebbero messi a rischio.
Ma i nuovi vincoli di un ipotetico parco porterebbero con sé anche gravi conseguenze legate agli investimenti già predisposti dalle aziende, sia di origine comunitaria sia privati, con un appesantimento delle già lunghe e complesse procedure burocratiche che accompagnano le politiche territoriali e di sviluppo dei territori, vanificando gli sforzi messi in atto ad esempio con l’istituzione delle Zes.
“Le Associazioni aderenti – dichiara Rosanna Magnano, coordinatrice della Consulta delle Associazioni di Siracusa – sono ovviamente favorevoli a tutte le forme di tutela dei valori naturali, ambientali, storici, culturali e antropologici del territorio attraverso la valorizzazione e la corretta gestione delle aree protette già presenti nel territorio tuttavia, con l’istituzione di un ente parco regionale o nazionale, tali aree andrebbero a decadere, rimettendo in discussione realtà vincolistiche già consolidate ed integrate con le attività economiche esistenti”.
“La scelta di attivare il parco così com’è comporta dunque una serie di rischi inaccettabili per il territorio – conclude Rosanna Magnano – per questo non può prescindere da una condivisione e una concertazione con le forze produttive del territorio.”