Il più clamoroso voltafaccia, un guanto di sfida al mondo, si è consumato a maggio: il leader supremo talebano Hibatullah Akhundzada in persona ha annunciato il decreto che impone alle donne di indossare il velo in pubblico. E non solo: nel testo varato dal ministero della Promozione della virtù e prevenzione del vizio, si invitano le donne “per meglio osservare l’hijab (ovvero per ‘celare allo sguardo’) è meglio non uscire di casa se non strettamente necessario“.
Ma per andare dove? Non a scuola, perché le ragazze non possono andare alle superiori, non al lavoro perché le donne che ancora lavorano lo fanno in pochissimi ambiti consentiti. E neppure in viaggio da sole, oltre i 70 chilometri si deve essere accompagnate, così come per prendere un aereo. Le centinaia che hanno scelto di sfidare il regime e protestare in strada sono state appunto picchiate, respinte con gli spari in aria, alcune attiviste di punta addirittura sequestrate.