Siracusa lì 06/09/2022 – «Ad oggi, il 5 dicembre 2022 è la data ultima dopo la quale secondo i diktat di Draghi, i Russi saranno costretti ad abbandonare l’impianto Lukoil. Il rammarico è che lo faranno con le tasche piene di una sostanziosa buonuscita; dai 3 ai 5 miliardi di extraprofitti, secondo le stime dello stesso Draghi, a fronte dei quali non vi sarà alcuna ricaduta utile sul territorio. Né in termini di occupazione, né in termini di compensazione, né in termini di rinnovata sicurezza degli impianti». È quanto dichiara Beniamino Scarinci, componente con delega ai Mondi Produttivi di Fratelli d’Italia della Segreteria Provinciale di Siracusa.
«La provincia di Siracusa -afferma Scarinci- rischia di pagare un prezzo altissimo. In ipotesi possiamo prevedere una svendita dell’impianto Lukoil, a chi non è dato saperlo, ma possiamo immaginarlo. Quello che sappiamo con certezza -continua Scarinci- è che le svendite non hanno mai portato occupazione e sviluppo».
«Mi sarei aspettato un’alzata di scudi da parte dei Sindaci del comprensorio rispetto alla perentorietà della data stabilita da Draghi, invece -dice Scarinci-, sono già passati due mesi e più si avvicina il 5 Dicembre e più il silenzio è assordante. Nessuna richiesta di compensazione, nessuna richiesta di garanzia sulla continuità e sulla sicurezza degli impianti. Siamo alla stregua di una vera e propria colonia da sfruttare e abbandonare. Le scelte del Governo, avallate dal silenzio della politica locale, mancano di prospettiva sul lungo periodo e sono gravide di disastri nel brevissimo termine. Auspico che già dall’insediamento del nuovo esecutivo ad ottobre, la questione Polo Industriale di Siracusa, assuma la rilevanza che merita nell’agenda del Governo e si ragioni su altre soluzioni che tengano conto delle esigenze reali del territorio e dei suoi cittadini».