Siracusa, 8 settembre ‘22 – L’amministrazione comunale si scusa per l’episodio avvenuto stamattina in occasione dell’apertura del Premio Vittorini, quando le reiterate rimostranze di un cittadino hanno provocato la reazione dell’assessore alla Cultura, Fabio Granata, che ha affrontato il contestatore. A porgere le scuse all’interessato, ai presenti e alla città sono lo stesso Granata e il sindaco, Francesco Italia, che stava partecipando all’evento. Il diverbio si è verificato davanti alla casa natale di Vittorini (di proprietà di un privato) dopo che era stata scoperta la lapide commemorativa fatta restaurare dallo stesso assessore a proprie spese proprio per questa 21esima edizione del Premio. Sotto la lapide restaurata era stata posta anche una ghirlanda di fiori che è stata rubata poco dopo la fine della cerimonia.
«La contestazione – spiega il sindaco Italia – forse nasce da un fraintendimento. Eravamo lì non per rivendicare un importante intervento di recupero, che non c’è stato, ma semplicemente per dare il via al Premio da un luogo simbolico e davanti a una lapide restaurata per l’occasione dopo tanti anni. Questo era il nostro intento e questo è ciò che ho provato a spiegare a quel cittadino. Poi la risposta alla contestazione ha toccato un eccesso che andava evitato e per questo, come primo cittadino, mi assumo la mia responsabilità. Mi sono subito scusato dell’accaduto con i presenti alla cerimonia, con la persona intemperante e lo faccio con tutti i cittadini. Sono sicuro che, come me, anche l’assessore si scuserà».
Le scuse dell’assessore Granata non si sono fatte attendere.
«Per storia politica e personale – afferma – so bene che il mio dovere è di rappresentare l’istituzione e il suo decoro, e dunque mi scuso con tutti, anche con quel cittadino, per il mio comportamento. Però va anche detto che la prevaricazione con la quale si cercava, in un’occasione di festa, di impedire lo svolgimento della cerimonia e agli altri di vivere quel momento non può passare in secondo piano e doveva essere interrotta. Io l’ho fatto, certamente con metodi non adeguati e me ne scuso. Le contestazioni verso le istituzioni sono sempre accettabili ma non devono degenerare nella prepotenza».