Addio alla regina Elisabetta, ultimo atto: la parata del corteo finale accompagnato a piedi attraverso Londra ha raggiunto Wellington Arch, monumento in onore del Duca di Ferro che sconfisse Napoleone, dove il feretro della sovrana defunta è stato trasferito su un carro funebre per il viaggio definitivo: quello che porterà le sue spoglie mortali fuori Londra, fino alla sepoltura nella cappella di St George, presso il castello di Windsor.
La processione si è arrestata al suono dei fischietti dei reparti di scorta della Royal Navy, seguita a piedi ancora una volta dai 4 figli della matriarca (re Carlo e i principi Anna, Andrea ed Edoardo) e dai due figli di Carlo, l’erede al trono William e il secondogenito Harry.
Mentre più indietro si sono fermate le vetture reali con a bordo le consorti: nella prima della quali erano sedute la regina Camilla, la principessa di Galles, Kate, e la secondogenita di William e Kate, Charlotte. Ora il percorso prosegue per tutti i membri della Royal Family in auto.
L’auto funebre con a bordo i resti di Elisabetta II è partita da Wellington Arch in direzione del castello di Windsor al suono delle note dell’inno nazionale britannico, God Save the King. Alla partenza è finalmente esploso un applauso della folla, che in larga parte ha seguito in silenzio il passaggio dell’ultimo corteo del feretro per Londra, durato circa 45 minuti. In questo momento la regina sta lasciando Londra per sempre.
Il feretro della regina Elisabetta II è stato portato a spalla da un picchetto d’onore della Royal Guard all’interno dell’abbazia di Westminster. Ha così inizio il solenne funerale di Stato della sovrana che ha regnato per 70 anni, più di chiunque altro, sul trono del Regno Unito e che è morta l’8 settembre a 96 anni di età.
La bara è stata seguita lungo la navata centrale all’interno dall’abbazia anche dai principini George e Charlotte, bisnipoti della sovrana, unitisi con la regina Camilla e con le altre consorti al corteo – dietro re Carlo, i suoi fratelli e i suoi figli – solo dentro la chiesa. Il reverendo David Hoyle ha aperto la liturgia dopo il canto di un primo inno solenne, ricordando con la voce inizialmente incrinata dall’emozione il valore simbolico dell’abbazia di Westminster nella lunga vita di Elisabetta II: che qui fu unita in matrimonio con il principe Filippo ancora da principessa ereditaria nel 1947 (inaugurando quella che sarebbe stata un’unione durata 73 anni); e sempre qui fu incoronata solennemente regina nel giugno del 1953, poco più di un anno dopo essere salita sul trono britannico 26enne alla morte di suo padre, re Giorgio VI: il sovrano legato con Winston Churchill alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale
Elisabetta II “ha dedicato la sua vita a servire la nazione e il Commonwealth”, come aveva promesso nella trasmissione radiofonica fatta per il suo 21esimo compleanno. Lo ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, primate della Chiesa d’Inghilterra, nel suo sermone durante la liturgia solenne all’abbazia di Westminster in memoria della defunta regina. Welby ha anche ricordato il ‘We’ll Meet Again’ (Ci incontreremo di nuovo) che la sovrana indirizzò in un messaggio ai sudditi nel pieno del lockdown per la pandemia di Covid, ribadendolo ora in nome della fede nell’aldilà. Prima del suo sermone, la premier britannica Liz Truss aveva letto un brano dal Vangelo di Giovanni sulla promessa fatta da Gesù Cristo ai suoi discepoli di un posto nei cieli.
Commozione profonda al funerale anche tra i banchi della Royal Family: durante la lettura di un brano della scrittura affidata alla baronessa Patricia Scotland, alta diplomatica britannica e segretaria generale del Commonwealth, si è visto il principe Edoardo, quartogenito della sovrana, asciugarsi vistosamente qualche lacrima dagli occhi con un fazzoletto bianco. Edoardo siede nella primissima fila, al lato del catafalco su cui è appoggiata la bara di sua madre, accanto a re Carlo con la consorte Camilla; alla principessa Anna, secondogenita reale con il consorte Tim Laurence; e alla propria consorte Sophie..
La benedizione dell’assemblea da parte del reverendo David Hoyle ha chiuso il solenne rito religioso del funerale di Stato della regina Elisabetta nell’abbazia di Westminster. E’ seguito uno squillo di trombe, quindi due minuti di silenzio in memoria della sovrana osservati nella chiesa, a Londra e in tutto il Regno e il canto dell’inno nazionale britannico: nella versione riveduta e corretta di God Save the King, in onore del nuovo re Carlo III. Il suono di una cornamusa, seguito dalle note dell’organo della storica abbazia, ha poi accompagnato l’uscita in corteo dei celebranti e dei concelebranti: fra cui l’arcivescovo anglicano di Canterbury, Justin Welby, che prima dell’epilogo liturgico aveva recitato una preghiera in suffragio dell’anima “della nostra sorella Elisabetta”, evocando la sua “sicura speranza nella resurrezione”, e l’arcivescovo cattolico di Westminster, cardinale Vincent Nichols. La bara è stata quindi ripresa a spalla da un picchetto d’onore della Royal Guard seguito lungo la navata a passo cadenzato e solenne da Carlo II e dagli altri reali disposti secondo l’ordine cerimoniale. Ora è previsto un’ulteriore processione del feretro nel cuore di Londra fino a Wellington Arch. Cui seguirà il trasferimento in auto fino al castello di Windsor, fuori dalla capitale britannica, luogo di sepoltura.
Il corteo funebre è partito da Westminster Hall e ha percorso poche decine di metri per accompagnare il feretro della sovrana adagiato su un affusto di cannone di epoca vittoriana all’abbazia di Westminster in cui si tiene la liturgia solenne coi leader e dignitari arrivati da tutto il mondo. Re Carlo e gli altri Windsor, Anna, Edoardo e Andrea, seguiti da William e Harry, dopo aver lasciato in auto Buckingham Palace, stanno partendo a piedi al rintocco delle campane da Westminster Hall per seguire il feretro. I principini George e Charlotte, a differenza di quanto anticipato dai media, sono già in chiesa con regina e le principesse consorti.
Il solenne funerale di Stato della regina Elisabetta potrebbe diventare la trasmissione televisiva più vista di tutti i tempi, con 4,1 miliardi di spettatori. Si tratta di stime tutte da confermare circolate in questi giorni sui tabloid britannici e rilanciate oggi dal Daily Mail.
Re Carlo III ha rivolto ieri sera un grazie, anche a nome della regina consorte Camilla, per gli atti di omaggio e le testimonianze di “rispetto verso lo spirito di servizio della mia cara madre” manifestati in questi 10 giorni nelle 4 nazioni del Regno Unito e nel mondo. “Mentre ci prepariamo al nostro ultimo saluto – scrive Carlo in relazione al funerale della regina Elisabetta e mentre si chiudono gli accessi alla camera ardente di Westminster Hall – voglio semplicemente ringraziare tutte le innumerevoli persone che sono state così tanto di sostegno e conforto a me e alla mia Famiglia in questo tempo di dolore”.
E per sfilare di fronte al feretro della sovrana di una vita, accomiatatasi dalla storia l’8 settembre a 96 anni, 70 dei quali trascorsi sul trono del Regno Unito. Un Paese che – seppure non senza la cospicua eccezione di chi la monarchia non l’ama – sta sugellando il lungo addio alla figlia di Giorgio VI nel segno del tributo, dell’emozione, del ricordo. E di un silenzio crepuscolare da osservare compatti al rintocco del Big Ben alle otto di sera.