Si tende spesso a considerare gli Stati Uniti come un Paese con una cultura sportiva poco originale. In effetti, considerando i principali sport a stelle e strisce, è facile capire le ragioni alla base di tale affermazione: il basket è stato inventato da un insegnante di ginnastica canadese, il football deriva dal rugby, il baseball da un mix di giochi europei con mazza e palla. Andando oltre il luogo comune, però, emerge come la versione statunitense di tali sport si sia evoluta a tal punto da guadagnarsi lo status di sport originale, in quanto le differenze dalle discipline originarie sono tali da rendere gli eredi pressoché autonomi. È questo anche il caso del poker: giunto negli States al seguito di immigrati europei, ha trovato un suolo fertile per la sua diffusione e soprattutto evoluzione. Significativo, in proposito, come due diffuse varianti del poker portino i nomi degli stati americani del Texas e dell’Oklahoma, e come persino un personaggio centrale del ventesimo secolo, il presidente Richard Nixon, vi sia associato : le sue prime esperienze politiche infatti furono finanziate proprio grazie alle sue vincite a poker. Quest’ultimo, insomma, rappresenta una fra le discipline statunitensi più praticate al mondo, anche grazie alla enorme copertura mediatica della quale ha goduto.
Una copertura mediatica che, contrariamente a quanto comunemente ritenuto, non è poi così risalente nel tempo: basti pensare che il poker venne introdotto nei casinò solo durante gli anni ’60. È stato allora infatti che i proprietari dei locali di Las Vegas cominciarono a rendersi conto delle potenzialità dell’intrattenimento, inserendolo nelle loro offerte. Era solo una questione di tempo prima che il crescente apprezzamento per il poker determinasse la creazione di tornei appositi, e fu grazie a uno dei primi vincitori che ebbe luogo la prima copertura televisiva del torneo più noto: le World Series of Poker. Inaugurato nel 1970, la terza edizione del torneo venne vinta da Thomas Preston, meglio noto come Amarillo Slim: questi, conscio dell’importanza dell’evento, prese a pubblicizzare tanto quest’ultimo quanto la sua vittoria, facendo crescere l’interesse a tal punto che l’edizione successiva, del 1973, fu la prima a essere parzialmente trasmessa. Negli anni ’80 il canale CBS inserì la trasmissione dell’evento tra le sue esclusive, determinando un allargamento degli spettatori fino a uscire dai confini nazionali.
A cavallo del nuovo millennio l’interesse per il poker sportivo era ormai tale che molti canali inserirono nella loro programmazione la trasmissione dei più importanti eventi statunitensi. L’Italia non ha fatto eccezione: nei primi 2000 il poker approdò in TV con la trasmissione di brevi spezzoni di partite, trasmesse spesso a tarda notte, e riscosse un interesse tale da far nascere prima programmi dedicati, con trasmissioni promosse alla prima o seconda serata, e poi addirittura canali dedicati come Poker Italia 24, lanciato nel 2010. Di pari passo, anche il poker online ha contribuito alla diffusione della disciplina, risultando in seguito determinante per il suo mantenimento nell’interesse collettivo.
Infatti, negli anni successivi, diventò sempre più evidente la sofferenza del poker nel più generico declino delle trasmissioni televisive: la sempre maggiore accessibilità della rete sottraeva inevitabilmente spettatori alla televisione, fino ad allora in una posizione pressoché monopolistica. La crescita dello streaming, e la già acquisita familiarità del poker con il mondo di Internet, ne determinarono il suo approdo pressoché integrale alla rete, contesto nel quale ancora oggi prosperano le trasmissioni. Il poker, nel passare dalla TV allo streaming, ha compiuto di fatto una scelta obbligata; nonostante l’assenza di alternative, comunque, va sottolineato come il mantenimento di un buon livello di intrattenimento sia stato un risultato per nulla scontato, ottenuto tanto tramite iniziative di singoli che tramite programmazioni.
Sotto il primo profilo va sottolineato come oggi il poker goda di un’ampia copertura su piattaforme di streaming come Twitch: affianco agli streamer tradizionali, ospitati ormai anche negli appuntamenti fieristici, giocatori amatoriali e professionisti trasmettono le proprie partite divenendo veri e propri content creator in ambito pokeristico. Sotto il secondo profilo, invece, gli eredi dei canali televisivi tematici si sono a loro volta spostati sullo streaming: Poker GO, piattaforma streaming nata nel 2017 con sede a Las Vegas, offre un catalogo che comprende sia on demand, con trasmissioni d’archivio, che la copertura di eventi live, dimostrando come oggi sia proprio lo streaming a portare avanti la trasmissione del poker sportivo.