Morte di Eligia Ardita, la sentenza il 5 dicembre

Si va a grandi passi verso le battute conclusive del processo a carico di Christian Leonardi, imputato per la morte della moglie, Eligia Ardita e della piccola Giulia che portava in grembo. L’udienza di ieri, la quarantacinquesima dal 14 aprile 2016 quando è iniziato il processo davanti alla Corte d’assise, è stata assorbita dalla discussione dei legali delle parti civili. Subito dopo la presidente Giuseppina Storaci, ha dettato un nuovo calendario di udienze, che, rispetto alla precedente programmazione, si riducono a 2. E’ stato necessario, infatti, cancellare due udienze intermedie mentre la prossima udienza, fissata per il 28 novembre, è dedicata interamente alle arringhe della difesa rappresentata dagli avv. Vera Benini e Felicia Mancini. Le due legali hanno annunciato di volere parlare non meno di 3 ore in difesa del loro assistito nell’intento di scongiurare la prospettiva della condanna all’ergastolo nei confronti di Leonardi, che si trova detenuto nella casa circondariale di Cavadonna dal 19 settembre 2015.

A proposito di richiesta di pena da irrogare all’imputato, nell’udienza di ieri il pm Fabio Scavone ha precisato che, oltre al carcere a vita, ha sollecitato ai giudici la condanna dell’imputato a 2 mesi di isolamento diurno e non un solo mese come in precedenza aveva dettato. Il rappresentante della pubblica accusa ha anche annunciato di volere replicare e lo farà in occasione dell’ultima udienza, quella del 5 dicembre prima che i giudici si ritirino in camera di consiglio per emettere il verdetto di primo grado.

Come nella precedente udienza, anche in quella di ieri Leonardi ha rinunciato a essere presente in aula. In apertura ha preso la parola l’avv. Francesco Villardita, patrocinatore delle parti civili rappresentate dai genitori di Eligia, Agatino Ardita e Grazia Caruso, la sorella Luisa Ardita. In circa 3 ore di arringa, il legale ha ripercorso le fasi salienti dell’intera vicenda, a partire dall’incarico conferitogli dai genitori della vittima. Stessa cosa hanno fatto gli avv. Cristiano Leonardi e Giambattista Rizza, che si sono associati alle richieste del pm Scavone.

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