Un forte attacco antisemita, mascherato come spesso accade da antisionismo o antiisraelianismo,
è stato programmato niente di meno che dal comune di Barcellona.
La sindaca spagnola Ada Colau sta promovendo la dissoluzione dello storico gemellaggio tra
Barcellona e Tel Aviv. Per dirla tutta, l’accordo siglato nel 1998 riguardava non soltanto queste due
città, ma anche Gaza, ed era stato creato dall’allora sindaco israeliano M. Roni Milo, dopo un
incontro con Yasser Arafat. Il Gemellaggio era nato a seguito degli accordi di pace di Oslo.
Lo scorso mese di dicembre 2022, David Bondia, “difensore civico” della città di Barcellona, ha
sollecitato il Consiglio comunale di Barcellona a revocare l’accordo di “amicizia e cooperazione” con
Tel Aviv, perché a suo dire, “questo gemellaggio non ha tenuto conto del cambiamento di
circostanze intervenuto dopo la sua conclusione, non garantisce l’impegno per i diritti umani e non
promuove relazioni internazionali che promuovono la giustizia globale … In questo accordo è stato
concordato lo scambio di esperienze e conoscenze sulla gestione municipale, lo sviluppo di iniziative
culturali, collaborazione sociale e progetti di cooperazione per migliorare le condizioni di vita della
popolazione di Gaza”.
La stessa Giunta dichiara sul proprio sito, che la collaborazione tra le città non è stata possibile “per
ragioni derivanti dal conflitto”. E si avalla il concetto di “apartheid contro il popolo palestinese”.
“Questo crimine contro l’umanità si aggiunge all’occupazione e al colonialismo che la popolazione
palestinese ha subito per decenni”, sottolinea il difensore civico.
Ci preme riprendere la lettera che Ariela Cassuto, Presidente della UBBI – Union of Bené Berith
Italiane, ha inviato agli ambasciatori spagnoli in Italia, Israele e Bruxelles:
Caro Ambasciatore,
Le scrivo in qualità di Presidente di UBBI Union of Bené Berith Italiane. Bené Berith è la più antica
organizzazione ebraica dedicata alla lotta contro l’antisemitismo e alla promozione di una società
tollerante e inclusiva in tutto il mondo. In Italia siamo presenti a Roma, a Milano e in Toscana.
Sono stato profondamente rattristato nel sentire che il sindaco di Barcellona, la signora Ada Colau e
il suo partito politico, hanno promosso un’iniziativa per eliminare l’accordo di amicizia tra Barcellona
e Tel Aviv, città gemellate da 25 anni.
Inoltre, il sindaco ha fissato la data simbolica del 27 gennaio per il voto del Consiglio municipale della
città di Barcellona per la fine del gemellaggio.
Il 27 gennaio è la Giornata internazionale in memoria delle vittime dell’Olocausto. Questo è un
insulto alla memoria e va contro il desiderio comune di promuovere la pace.
Per oltre due decenni, la Spagna ha cercato di ricostruire i rapporti con il mondo ebraico attraverso
una serie di iniziative volte a valorizzare la cultura sefardita e ripristinare una presenza ebraica in
Spagna. Queste iniziative di allontanamento d’Israele rischiano di riportarci al clima della “Disputa
di Barcellona” del 1263 e del Gherush del 1492, che dovremmo evitare.
A nome dell’Unione UBBI di Bené Berith e dei suoi membri, vi esorto a fare in modo che l’accordo di
amicizia non venga eliminato.
Al contrario, dovremmo promuovere la pace e più accordi di amicizia tra comunità di diverse fedi e
credenze, creando più dialogo e più ponti tra le comunità.
Distinti saluti,
Ariela Cassuto
Presidente dell’UBBI
Unione di Bené Berith Italia
La scelta unilaterale di Barcellona, non solo di schierarsi contro l’unico paese democratico nella
regione mediorientale, ma anche di soggiacere alla volontà di organismi che da sempre finanziano
organizzazioni terroristiche riconosciute tali da gran parte del mondo occidentale, valica lo
schieramento di una pseudo area politica, definito antiisraelinismo o/e antisionismo. Con la scelta
di voler interrompere l’accordo con Israele, proprio nel Giorno della Memoria, stabilito
internazionalmente a ricordo della liberazione di Auschwitz il 27 gennaio 1945, la sindaca Colau –
tutto sommato la ringraziamo per questo – dimostra quanto antisemitismo, antiisraelinismo ed
antisionismo siano una cosa sola.
Ovviamente non possiamo che invitare chi la pensa come la Sindaca, di recarsi a Gaza e valutare da
dove vengono inviate le centinaia di missili sulla popolazione civile di Israele. Si accorgerà che
Ospedali e scuole coprono i dispositivi di lancio. Riguardo invece alla mancanza di infrastrutture
nelle case, perché non chiedersene il motivo: dal 1967, da quando cioè l’Egitto perse e non rivolle
quella fascia di terra, i soldi ricevuti della autorità arabe ex egiziane, poi autonominatesi
“palestinesi”, sono stati veramente infiniti, ma alle loro dirigenze terroristiche servono di più non
solamente le centinaia di missili, ma soprattutto il continuare a raccontare di vivere in “Campi
profughi”. Chiedetene le prove alla vedova di Arafat, ai parenti dei dirigenti “palestinesi” che vivono
in lussuosi hotel europei e seguono le scuole più dispendiose e chiccose … alla faccia del loro popolo.
Questa scelta sarà una nuova macchia scura per la Spagna. Nel 1992 Re Juan Carlos chiese scusa,
dopo oltre 5 secoli dalla Grande Inquisizione. Ora chissà …
Alan Davìd Baumann