CATANIA – “Casta Diva, che inargenti queste sacre antiche piante, a noi volgi il bel sembiante senza nube e senza vel”. Il canto di Norma, è una delle più belle preghiere mai rivolte al cielo e alla luna, da sempre fonte di ispirazione religiosa e poetica. Nell’invocazione della sacerdotessa belliniana, la luna appare nel suo aspetto benevolo come dispensatrice di luce argentea e custode di pace, speculare al negativo di un’altra opera: “Turandot” di Puccini, in cui l’apparizione del satellite naturale della Terra segna l’esecuzione capitale del giovane principe. È per la centralità del ruolo che la Società Catanese Amici della Musica insieme al Gruppo astrofili “Guido Ruggieri” dedica un’intera serata all’astro notturno che nei secoli ha ispirato artisti e poeti. La conferenza, dal titolo “La bellezza lunare fra scienza, arte e musica” avrà luogo sabato 15 aprile alle ore 18.30 all’Hotel Nettuno, in Viale Ruggero di Lauria, 121 a Catania e sarà a ingresso libero. I relatori saranno Giuseppe Greco, socio fondatore del gruppo Astrofili catanesi, nato nel 1977; Maria Teresa Di Blasi presidente della BCsicilia, Associazione che si occupa di salvaguardare e valorizzare i beni culturali e ambientali, e Anna Rita Fontana, presidente e direttrice artistica della SCAM. «La manifestazione, persegue l’obiettivo di un’accattivante interazione tra i linguaggi artistici e culturali – spiega la musicologa – mettendo in campo per l’occasione arte, astronomia e musica. Ancora una volta quindi il dialogo tra più ambiti culturali, nell’intento di arricchire gli orizzonti musicali e non solo: è quello che mi sono prefissa nella stagione “Nuovi incontri d’arte”, che dallo scorso ottobre ha preso il via col connubio tra musica e teatro verghiano. Questa volta sarà protagonista la luna, con quell’alone di fascino che da sempre ispira pittori e compositori di alto rilievoUna delle caratteristiche del romanticismo si fonda proprio sull’amore per la notte in contrapposizione al giorno, per quell’oscurità che custodisce i segreti dell’animo e favorisce la fantasticheria, l’immaginazione e la meditazione. La luna è, infatti, grande amica di poeti e innamorati. “Pure, io mi volgo altrove: verso la santa inesprimibile misteriosa notte”, canta Novalis, uno dei massimi rappresentanti del Romanticismo, nel suo primo “Inno alla notte”, dopo aver ricordato i vantaggi del giorno e reso omaggio al sole. E come dimenticare il continuo colloquio tra Leopardi e la luna, unica testimone del suo dolente destino? Anche il “Tristano” di Wagner si regge sul desiderio da parte degli amanti di prolungare la notte e vivere il più possibile nell’atmosfera emotiva e raccolta che solo il buio permette, sottraendosi allo sguardo crudele del giorno, fatto di doveri e pragmatismi. Al di là di ogni riflessione, la luna ha sempre avuto nell’immaginario e nella simbologia di tutte le religioni la stessa importanza del sole, tanto che spesso i due astri vengono raffigurati come fratello e sorella, rappresentando le divinità che presiedono ai due aspetti fondamentali della psiche: maschile e femminile, Yin e Yang. Una carrellata di immagini si alternerà ad opere d’arte, arricchendosi di quei capolavori musicali che richiamano all’astro o a quei personaggi avvolti da atmosfere lunari che hanno ispirato molti musicisti, a cominciare proprio da Beethoven nella celebre Sonata per pianoforte n.14, più comunemente nota come “Al chiaro di luna”.