Assemblea portineria Sud ENI Versalis su sicurezza e salute. L’evidente abbassamento del livello di attenzione sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro, pone a noi tutti un’ulteriore riflessione sulla necessità di diffondere, con ancora più forza, una cultura della sicurezza e una seria valutazione sul funzionamento complessivo dei servizi ispettivi. Non è più il tempo delle parole occorre, mettere in equilibrio un intero sistema e riportare il lavoro in un giusto contesto di sicurezza.
Per FIM, FIOM e UILM occorre iniziare a intervenire su quelle aziende, ENI Priolo in testa, che hanno costruito un modello produttivo tutto incentrato sull’abbattimento dei costi a partire da quello del lavoro. ENI, che sul nostro territorio mostra un’incompatibilità “ambientale” che mette in discussione relazioni industriali e rapporto con i lavoratori, assegna alle aziende dell’indotto aree inadeguate, con vincoli ambientali, prive di corrente elettrica, acqua corrente e senza scarichi fognari, che non consentono una rigorosa applicazione di quanto previsto dal D.Lgs n.81/08 in termini di salubrità dell’ambiente, di sicurezza e di dignità dei lavoratori. Aree che non assicurano le giuste condizioni di sicurezza e vivibilità ergonomiche neanche quando, come in questo periodo, bisognerebbe dotarsi di un sistema di prevenzione sui rischi determinati delle ondate di calore, come previsto nel Testo Unico sulla Sicurezza, che dispone l’obbligo, in capo al datore di lavoro, di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “lavoratori esposti a rischi particolari”. Per FIM, FIOM e UILM rimangono essenziali i controlli da parte del sistema di vigilanza (INL, ASP, INAIL), in termini di qualità, quantità e frequenza, ma occorre anche realizzare un coordinamento tra questi istituti e le parti sociali con azione di monitoraggio, formazione e prevenzione. La legalità è condizione fondamentale per la salvaguardia della sicurezza e della vita dei lavoratori, le leggi ci sono, ma troppo spesso non sono applicate, né rispettate da chi ha il dovere di salvaguardare la salute e la sicurezza a norma dell’articolo 2087 del Codice civile, e cioè il datore di lavoro e in solido la committente. Dal punto di vista metalmeccanico occorre dare concretezza ai temi della sicurezza e della salute evidenziati nella piattaforma dell’integrativo provinciale, presentata a Federmeccanica, sottoscrivendo un protocollo di intesa su appalti e sicurezza per ripristinare condizioni di lavoro adeguate e dignitose. E bisogna farlo ora. Per questo motivo FIM, FIOM e UILM, sentiti i lavoratori in assemblea, chiedono a tutto l’indotto di condividere questa battaglia e proclamano lo stato di agitazione, riservandosi di mettere in campo tutte le azioni utili a sbloccare una situazione ormai insopportabile