Microplastiche in mare e sulle spiagge

Giovanni Scardino (Ricercatore Dipartimento Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari ): “Particolare attenzione stiamo prestando alle microplastiche in mare. Abbiamo trovato presenza di polimeri anche a 40 metri di profondità. Attività di ricerca volte a valutare la distribuzione delle plastiche e delle MPs nell’ambiente marino-costiero. Nell’ambito del progetto RETURN, finanziato dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, si sta procedendo con la valutazione della presenza di plastiche sulle spiagge e di MPs in campioni di sedimento di spiaggia emersa e sommersa e lungo la piattaforma continentale. Utilizziamo la nuova tecnologia anche per l’individuazione di macroplastiche, sempre in mare, ad esempio l’APP. L’applicazione permette di raccogliere una serie di fotografie georeferenziate e di classificare gli oggetti individuati”.

Lo studio sarà presentato al Congresso Nazionale della Società Geologica e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, in programma a Bari, la prima settimana di Settembre.

Angela Rizzo (Ricercatrice Dipartimento Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari ): “Analizzati sedimenti di spiaggia! I dati raccolti permetteranno di valutare la densità dei rifiuti presenti e il loro insieme rappresenta un’informazione utile per definire le probabili fonti, dirette e indirette, di inquinamento da plastiche e microplastiche e per intraprendere adeguate azioni di gestione per la tutela delle spiagge e dei nostri mari”.

Ben 1000 geologi – 1200 temi di ricerca – 53 sessioni: Bari sarà sede del Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia.

Dal 2 Settembre – a Bari – Geology for a sustainable management of our Planet. Apertura il 2 Settembre. Dal 2 al 5 Settembre svolgimento sessioni e briefing stampa. Fino all’8 Settembre molteplici geo – escursioni.

“Sotto la lente di ingrandimento stiamo mettendo la presenza delle microplastica nei mari. Abbiamo scoperto la presenza di polimeri anche a 40 metri di profondità. La presenza di plastiche e microplastiche – MPs, cioè tutti i polimeri le cui dimensioni sono inferiori ai 5mm, nelle varie matrici ambientali pone seri rischi per la salute umana e per la tutela degli ecosistemi e rappresenta pertanto una delle principali problematiche che la comunità scientifica internazionale sta affrontando negli ultimi anni. Presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università Aldo Moro di Bari sono attualmente in corso diverse attività di ricerca volte a valutare la distribuzione delle plastiche e delle MPs nell’ambiente marino-costiero. In particolare, nell’ambito del progetto RETURN, finanziato dal Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, si sta procedendo con la valutazione della presenza di plastiche sulle spiagge e di Microplastiche -MPs in campioni di sedimento di spiaggia emersa e sommersa e lungo la piattaforma continentale”. Lo ha annunciato Giovanni Scardino, ricercatore del Dipartimento presso l’Università – Aldo Moro – di Bari.

Gli studi verranno illustrati nel corso del prossimo Congresso Nazionale della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia, in programma a Bari nella prima settimana di Settembre.

Attività di ricerca e di studio, sulle microplastiche in mare, con il supporto della Marina Militare Italiana.

“Abbiamo analizzato i sedimenti marini. Uno studio che ha messo in evidenza la presenza di polimeri anche a 40 metri di porofondità. Le attività di campionamento dei sedimenti marini, supportate dalla Marina Militare Italiana, sono state svolte lungo diversi settori della costa pugliese, a largo delle principali aree costiere urbanizzate e delle foci fluviali. Successivamente, i campioni sono stati analizzati in laboratorio – ha continuato Scardino – al fine di caratterizzare i polimeri in essi presenti. Le analisi dei sedimenti marini hanno messo in evidenza la presenza, anche fino alla profondità di 40 metri, di diversi polimeri come polietilene, polipropilene e polistirene, quest’ultimo principalmente derivante dalle attività di pesca, e di numerose fibre come il rayon presente nei tessuti. In questo caso il numero di particelle individuate per kg di sedimento varia da 209 a 1246”.

Monitoraggio di microplastiche definite MPs e macroplastiche anche sulle spiagge. Il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientale dell’Università di Bari con la Lega Navale ha sviluppato uno strumento a supporto del monitoraggio delle plastiche, con l’ausilio della nuova tecnologia, come ad esempio una APP!

“Attraverso la collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali, dell’Università di Bari e Lega Navale Italiana, è stato sviluppanto uno strumento a supporto del monitoraggio delle plastiche che galleggiano sulla superficie del mare. In particolare, è stata implementata un’applicazione per dispositivi cellulari con la piattaforma iNaturalist (dominio di National Geographic) per lo sviluppo di una base di raccolta dati denominata “nauticAttiva”. I dati che vengono consistono in fotografie degli elementi in plastica che l’utente individua in mare. L’applicazione permette di raccogliere una serie di fotografie georeferenziate e di classificare gli oggetti individuati. La localizzazione, la data e l’ora di ogni osservazione vengono automaticamente assegnate al momento in cui viene eseguita un’osservazione attraverso il GPS con un’accuratezza di 15 m e l’orologio del dispositivo cellulare. In caso di assenza del campo di rete mobile – ha affermato Giovanni Scardino, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari – come spesso avviene in mare aperto, l’osservazione viene messa in sospensione dal dispositivo per poi essere successivamente registrata automaticamente sul progetto con il ripristino della comunicazione di rete. Ad ogni osservazione è possibile inserire delle note e informazioni aggiuntive direttamente dal dispositivo mobile, in maniera da dettagliare gli elementi individuati con altre informazioni, come presenza di olii e detriti associati alle plastiche. Tali info risultano essenziali per pianificare campionamenti, analisi e bonifiche dei siti contaminati da plastiche. La APP nauticAttiva è rivolta a tutte le persone che frequentano le nostre coste e che desiderano contribuire alla tutela dei nostri mari”.

Analizzati sedimenti di spiaggia! I dati raccolti permetteranno di valutare la densità dei rifiuti presenti.

“Per quanto riguarda i sedimenti di spiaggia, sono state seguite procedere standard di campionamento.

Il monitoraggio delle plastiche sulle spiagge avviene tramite l’applicazione sia di procedure riconosciute a livello internazionale e che prevedono l’analisi diretta in-situ sia di approcci più innovativi basati sull’utilizzo dei droni e di sistemi di riconoscimento automatico degli oggetti.

Nello specifico, durante le attività di monitoraggio si contano tutti gli elementi con dimensioni superiori a 2,5 cm presenti su un tratto di spiaggia di almeno 100 m di lunghezza. Tutti gli elementi individuati vengono poi classificati seguendo i codici di classificazione europea. Tali dati permettono di valutare la densità di rifiuti presenti sulla spiaggia monitorata – ha affermato Angela Rizzo, ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari – calcolata come numero di oggetti raccolti nell’area di campionamento ed espressa quindi come elementi su m2. I risultati delle attività di monitoraggio ad oggi svolte, hanno evidenziato che gli elementi più comuni che si ritrovano sulle spiagge pugliesi sono i frammenti di polimeri artificiali (plastica e polistirolo), seguiti dalle reti da pesca, o parti di esse, e dai tappi e anelli in plastica di bottiglie per bevande. Inoltre, dalle osservazioni a microscopio ottico effettuate sui sedimenti di spiaggia sono state riscontrate densità di MPs variabili, con valori compresi tra 429 e 1015 MPs/kg. il valore della densità indica il numero di particelle individuate in 1 kg di sedimento. Le MPs individuate sono caratterizzate da differenti colori, dimensioni e forme con prevalenza di fibre.

L’insieme di questi dati rappresenta un un’informazione utile per definire le probabili fonti, dirette e indirette, di inquinamento da plastiche e microplastiche e per intraprendere adeguate azioni di gestione per la tutela delle spiagge e dei nostri mari.

La tematica relativa all’inquinamento da plastiche e microplastiche sarà ampiamente discussa durante il Congresso congiunto SGI-SIMP nell’ambito della Sessione S2 “The Global Challenge of Plastic Pollution: Causes, Impacts and Solutions” organizzata da docenti e ricercatori delle Università di Bari e Pavia e del CNR”.

Sarà Bari ad ospitare il Congresso Nazionale congiunto della Società Geologica Italiana e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia. Ben 1200 comunicazioni, tre sessioni plenarie durante le quali importanti scienziati di livello internazionale illustreranno anche alla stampa, i risultati di studi scientifici che verranno presentati per la prima volta. Ci saranno 53 sessioni, 1000 geologi, 3 giorni di conferenze, 8 geo – escursioni che interesseranno la Puglia con Bari, le Murge, il Salento, ma escursioni anche sul Vulture in Basilicata, o ancora sull’Appennino Calabrese. Cerimonia Inaugurale del Congresso il 2 Settembre, conferenze dal 3 al 5 Settembre, conferenze, workshop.

“Geology for a sustainable management of our Planet” è il titolo del Congresso congiunto della Società Geologica Italiana (SGI) e della Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (SIMP), che torna a Bari dopo 30 anni. Il titolo intende sottolineare il concetto che le Geoscienze ricoprono un ruolo fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Ben 1200 le comunicazioni i cui risultati verranno illustrati in anteprima alla stampa e spaziano su ben 20 temi, spaziando dalle bio – geoscienze, al clima o ancora al patrimonio geologico e culturale all’evoluzione del Pianeta Terra, dalla Geochimica, alla cartografia Geologica o ancora dalla Geomorfologia alle applicazioni Industriali in Mineralogia, Petrografia e Geochimica, dalla Mineralogia ai Rischi Naturali, dalla Vulcanologia alla Sismologia.

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By Redazione

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