Commemorate le vittime dei Fatti di Avola del 1968

Celebrati oggi ad Avola i fatti del 2 dicembre 1968, un momento drammatico che ha segnato la storia del nostro territorio e dell’intero Paese. In quel giorno, due braccianti, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, persero la vita sotto i colpi della repressione, mentre chiedevano semplicemente ciò che spettava loro: dignità, diritti, e una giusta retribuzione per il loro lavoro.

“Quei sacrifici non furono vani – è il commento di Roberto Alosi, segretario generale della Cgil – a quella tragedia nacque una nuova consapevolezza collettiva, che contribuì a importanti conquiste sindacali, come l’approvazione dello Statuto dei Lavoratori. Fu il segnale che i diritti non si ottengono mai per concessione, ma attraverso la lotta, l’unità e il coraggio di chi non si piega davanti alle ingiustizie. Oggi, a distanza di 56 anni, dobbiamo chiederci cosa quei fatti ci insegnano per il presente. In un contesto di lavoro sempre più precario, dove spesso si tornano a vedere condizioni di sfruttamento, è nostro dovere raccogliere quell’eredità di lotta e continuare a difendere chi lavora, chi soffre, chi non si rassegna. Il ricordo dei Fatti di Avola non deve essere solo un atto di memoria, ma un impegno concreto. La CGIL di Siracusa continuerà a essere al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, per costruire una società più giusta, solidale e rispettosa dei diritti di tutti. Giuseppe e Angelo vivono nelle nostre battaglie quotidiane. Non li dimenticheremo mai”.

“Purtroppo si continua a morire ancora di lavoro e questo è inaccettabile”. Lo ha ribadito stamani in occasione della cerimonia dell’anniversario sui Fatti di Avola, Emanuele Sorrentino segretario della Uil Pensionati, presente in contrada Chiusa di Carlo e successivamente al Comune con le famiglie Sigona e Scibilia. “La nostra presenza deve essere da monito affinché a distanza di 56 anni quel sacrificio non rimanga vano o passi nel silenzio. Dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione per fermare questa scia di sangue, per rivendicare condizioni migliori per i braccianti agricoli e ridare dignità al lavoratore stesso. Anni fa si manifestava per rivendicare un salario dignitoso a causa delle gabbie salariali, oggi questo diritto viene invece attaccato dal decreto sicurezza e dall’autonomia differenziata che non ci permette di far sì che i lavoratori siano considerati tali”.

Comments

comments

By F N

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Related Posts

× Segnala