L’arcivescovo Lomanto: “Trasmettere la vita richiede a volte fatica, dono di sé, sacrificio”
“Trasmettere la vita richiede a volte fatica, dono di sé, sacrificio. Solo se abbiamo uno sguardo di eternità possiamo scorgere, come attraverso una fenditura, il mistero della vita che rimarrà per sempre”. Lo ha detto l’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, che ha preso parte alla 47esima Giornata Nazionale per la Vita per riflettere sul valore della vita umana, dal titolo “Trasmettere la vita, speranza per il mondo” “Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”. (Sap 11, 26).
Nella chiesa Cattedrale si sono susseguiti una serie di interventi e testimonianze. Prima l’introduzione di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale di Siracusa e referente dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia. Poi di Antonio Alì, già presidente facente funzione del Tribunale di Siracusa: “Oggi è importante dare una testimonianza anche da parte di chi si occupa delle questioni sul diritto alla vita, sotto il profilo professionale tecnico e giuridico. I giudici se ne occupano e sono alle prese con una disciplina variegata nazionale e sovranazionale, che da un lato tutela nominalmente il diritto alla vita ma che poi non ha strumenti pratici per attuarla. Mi piace sottolineare che sotto il profilo internazionale noi abbiamo un organo fondamentale che è la Corte Europea dei diritti dell’uomo, che è l’unico organo giurisdizionale che consente di garantire il diritto alla vita condannando gli Stati che violano questo diritto. Come è accaduto proprio tre giorni fa per l’Italia per la vicenda a tutti nota della Terra dei fuochi. Dobbiamo augurarci che questi strumenti funzionino, perché il diritto alla vita che la nostra Costituzione non cita espressamente ma è alla base di tutti gli altri diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo, deve essere sempre tutelato in tutti i modi possibili”.
Nella chiesa Cattedrale si sono susseguiti una serie di interventi e testimonianze. Prima l’introduzione di mons. Salvatore Marino, parroco della Cattedrale di Siracusa e referente dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia. Poi di Antonio Alì, già presidente facente funzione del Tribunale di Siracusa: “Oggi è importante dare una testimonianza anche da parte di chi si occupa delle questioni sul diritto alla vita, sotto il profilo professionale tecnico e giuridico. I giudici se ne occupano e sono alle prese con una disciplina variegata nazionale e sovranazionale, che da un lato tutela nominalmente il diritto alla vita ma che poi non ha strumenti pratici per attuarla. Mi piace sottolineare che sotto il profilo internazionale noi abbiamo un organo fondamentale che è la Corte Europea dei diritti dell’uomo, che è l’unico organo giurisdizionale che consente di garantire il diritto alla vita condannando gli Stati che violano questo diritto. Come è accaduto proprio tre giorni fa per l’Italia per la vicenda a tutti nota della Terra dei fuochi. Dobbiamo augurarci che questi strumenti funzionino, perché il diritto alla vita che la nostra Costituzione non cita espressamente ma è alla base di tutti gli altri diritti fondamentali e inviolabili dell’uomo, deve essere sempre tutelato in tutti i modi possibili”.
Quindi Salvo Sorbello, presidente del Forum delle famiglie della provincia di Siracusa ha evidenziato: “Anche Siracusa sta andando verso un suicidio demografico. Nel 2024 è stato registrato purtroppo il record negativo delle nascite: è una tendenza che va frenata e possibilmente invertita, altrimenti ci troveremo presto ad avere una città abitata soltanto da turisti e da pensionati”. Significativa la testimonianza dei coniugi Barbara, infermiera presso la Fondazione Sant’Angela Merici, e Stefano Siringo, medico ginecologo all’ospedale Umberto I di Siracusa: “In una giornata così importante siamo stati invitati con piacere a testimoniare la nostra esperienza di vita con la piccola Beatrice. E la scelta che ci ha portati ad averla, a tenerla con noi, nonostante la paura e le difficoltà che una diagnosi prenatale possa comportare in una giovane coppia”.
Infine l’arcivescovo Francesco Lomanto: “Celebriamo la 47esima giornata nazionale per la vita. La vita va trasmessa in una dimensione integrale dell’uomo, della persona, in una dimensione collettiva, sociale, in una dimensione di vita eterna di eternità. In una dimensione integrale della persona che è chiamata a offrire, a donare la vita. Non solo la donna a trasmettere la vita per i figli, ma anche a coltivare il senso della vita nelle relazioni, nella società, nel rapporto con ogni cosa che è opera della creazione di Dio. Trasmettere la vita anche in una dimensione sociale, collettiva, nel sensibilizzare al senso vero e profondo della vita di ogni cosa, nel rispetto del diritto alla vita. E anche in una dimensione di eternità. Per capire che trasmettere la vita significa anche donare, offrire se stesso. Solo in una prospettiva di eternità possiamo cogliere come in una fenditura che si apre al cielo a Dio, cogliere il mistero della vita che ci abita da sempre, che incontreremo pienamente nel Signore Gesù”.
Infine l’arcivescovo Francesco Lomanto: “Celebriamo la 47esima giornata nazionale per la vita. La vita va trasmessa in una dimensione integrale dell’uomo, della persona, in una dimensione collettiva, sociale, in una dimensione di vita eterna di eternità. In una dimensione integrale della persona che è chiamata a offrire, a donare la vita. Non solo la donna a trasmettere la vita per i figli, ma anche a coltivare il senso della vita nelle relazioni, nella società, nel rapporto con ogni cosa che è opera della creazione di Dio. Trasmettere la vita anche in una dimensione sociale, collettiva, nel sensibilizzare al senso vero e profondo della vita di ogni cosa, nel rispetto del diritto alla vita. E anche in una dimensione di eternità. Per capire che trasmettere la vita significa anche donare, offrire se stesso. Solo in una prospettiva di eternità possiamo cogliere come in una fenditura che si apre al cielo a Dio, cogliere il mistero della vita che ci abita da sempre, che incontreremo pienamente nel Signore Gesù”.
La giornata si è conclusa con la celebrazione Eucaristica, presieduta da mons. Lomanto, iniziata con il rito della benedizione delle candele, richiamando la luce di Cristo che illumina ogni esistenza e rafforzando il messaggio della giornata: promuovere e difendere la vita in tutte le sue forme e fasi.
“Di fronte a tragedie come guerre, migrazioni, povertà e aborto, drammi che spingono molti giovani a perdere fiducia nella vita e nel valore di trasmetterla, siamo chiamati a riscoprire la forza della speranza – spiegano i referenti dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia, i coniugi Maria Grazia e Salvatore Cannizzaro -. Nel sacramento del matrimonio e nella comunione di vita familiare, la Chiesa promuove un’alleanza sociale «inclusiva e non ideologica», per sostenere la natalità, le famiglie e le donne in difficoltà”. La Giornata, promossa dall’Ufficio diocesano per la Pastorale della Famiglia, si inserisce nel contesto del Giubileo della Speranza, offrendo un’occasione speciale per meditare sul dono della vita alla luce della fede e delle sfide del nostro tempo.