La Procura di Siracusa aveva poco meno di un anno fa ha aperto un’indagine sul caso dei contributi che il deputato alla Camera Luca Cannata avrebbe chiesto di versare ad assessori e ad altri componenti di Fdi per la gestione delle sedi del partito. L’attività investigativa, delegata ai poliziotti del commissariato di Avola, avrebbe contemplato l’interrogatorio di alcune persone informate sui fatti. L’indagine giudiziaria è scattata a seguito delle rivelazioni da parte di fonti confidenziali.
Intanto, sulla vicenda interviene il segretario provinciale del Pd, Piergiorgio Gerratana: “L’articolo del quotidiano La Sicilia di oggi, 19 febbraio, riporta gravi comportamenti attribuiti al gruppo di Fratelli d’Italia di Avola e segnatamente al ‘Gruppo Cannata’. Stando a quanto raccontato dal quotidiano alcuni esponenti locali avrebbero ricevuto richiesta di versare in contanti direttamente al parlamentare nazionale Cannata o a persone di suo riferimento, senza alcuna ricevuta, né contabilizzazione, un contributo mensile tratto dalla quota delle indennità da consigliere comunale o assessore. Secondo alcune dichiarazioni riportate dalla stampa – smentite dall’On. Cannata che tuttavia ha riconosciuto i versamenti qualificandoli come volontari ma confermando al contempo l’assenza di ogni rendicontazione riscontrabile – tali contributi non sarebbero stati del tutto volontari, ma in qualche modo obbligati, dato che la mancata adesione avrebbe messo in discussione il mantenimento nel ruolo istituzionale loro affidato.
Non sta a noi, ma alle istituzioni preposte, indagare sulla veridicità di queste gravi accuse in merito a ipotesi di scambi di utilità legati a incarichi politici. Ma certamente non possono essere derubricate come una raccolta di beneficenza, una tombolata o una pizza tra amici, anche perché si tratterebbe di centinaia di migliaia di euro non contabilizzate e sfuggite ad ogni tracciamento. In passato esponenti del Partito Democratico locali hanno, negli anni, più volte e con determinazione denunciato queste inammissibili pratiche. Le querele a noi rivolte si sono tutte concluse con la piena assoluzione.
Oggi non si può non denunciare che la raccolta di contributi da consiglieri comunali e assessori, in contanti e fuori da ogni contabilizzazione, anche ove fosse stata destinata – come sostenuto dall’On. Cannata – esclusivamente allo svolgimento di attività politica, costituirebbe comunque un fatto grave, in termini di trasparenza e di finanziamento delle attività politiche ed elettorali. Ci chiediamo se tali somme siano state utilizzate, in tutto o in parte, per coprire spese di campagne elettorali regionali, nazionali ed europee senza che siano state contabilizzate e dichiarate ai sensi di legge. Ci chiediamo se tali somme siano siate utilizzate, in tutto o in parte, per remunerare, in nero, prestazioni di lavoro o parti di fatturazioni, ovvero per l’acquisto di beni ad uso personale, generando mancato versamento di oneri fiscali.
Ci chiediamo se esista una lista dei pagamenti richiesti e ricevuti, nei vari anni, in modo che le istituzioni preposte possano ricostruire i movimenti di danaro in contanti, i beneficiari diretti e indiretti, le spese sostenute, le finalità di ciascuna spesa. Sono risposte che sono necessarie, urgenti, indifferibili, inevitabili per ristabilire il corretto rapporto di fiducia tra cittadini, amministrazione, rappresentanti politici e rimuovere ogni elemento di dubbio. In assenza di chiarimenti, chiederemo ai nostri rappresentanti parlamentari regionali e nazionali di procedere a interrogazione parlamentare.