Priolo. Cultura e promozione sociale

L’opinione
Esiste la regola universale per le persone bisognose da mantenere; persone che perdono il lavoro e che devono essere aiutate, soldi che non ci sono, o che non si vogliono spendere, minori da far crescere. Tutte cose giuste e importanti. La persona ha la precedenza su tutto. Ma alla cultura della sopravvivenza occorre far seguire quella della promozione sociale, della presa di coscienza, della partecipazione, dell’impegno individuale e collettivo, del rispetto delle regole. Una comunità, una cittadina, uno Stato, deve generare solidarietà, sussidiarietà, varie forme di aiuto, ma deve poi insegnare ai fruitori che gli aiuti devono diventare strumenti di crescita personale e collettiva. Se io ricevo devo dare, dimostrare che  ho capito cosa significa vivere in una comunità democratica e moderna.
Alla cultura della solidarietà deve fare seguito quella dell’apertura mentale e sociale. L’uomo deve essere e diventare presenza reale, forza ed energia sociale. Sono tanti i livelli della cultura, ma tutti, concordemente, devono sviluppare una identità sociale aperta e collaborativa, mirata alla promozione dell’individuo e della collettività.
La società non può stare a guardare o piangere sulle difficoltà , ma reagire, mettendo in campo un sistema organizzativo forte, capace di riconsegnare al paese una dignità morale e costituzionale. Troppi amministratori diventano amministratori senza una preparazione adeguata, senza una forte connotazione motivazionale, senza una visione. In molti casi lo diventano per rispondere a logiche di partito, di successo personale e di potere. E’ così che il paesi trasformano in sabbie mobili, luoghi dove l’incapacità determina avvilenti sistemi corruttivi e incapacità diffuse. Amministrare significa ricercare, creare, progettare, trovare soluzioni, darsi da fare, far capire alla gente che non basta chiedere, ma bisogna collaborare. Ripristinare un ordine culturale significa ridare spazio alle cose che contano, che fanno crescere la volontà e il rispetto, la coscienza del dare e dell’avere.
Cultura dunque, come valorizzazione umana, come strumento di crescita individuale e collettiva, come insegnamento, come costruzione quotidiana di benessere, come capacità della persona di essere veramente persona, autonoma e indipendente.
La cultura deve passare attraverso la valorizzazione delle persone e il senso di responsabilità. E’ la regola universale dei valori che gli esseri umani non devono mai dimenticare; ancor di più, gli amministratori della cosa pubblica.
L.A.

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