Noto, Percorsi di NOTOrietà domenica con l’artista Judyta Krawczyk

Domenica 14 aprile a Noto, ai Bassi del Palazzo Nicolaci, prende il via la pluriennale rassegna artistica “Percorsi di NOTOrietà”, promossa da Studio Barnum contemporary con il Patrocinio del Comune di Noto.
L’edizione 2019, curata dal suo ideatore Vincenzo Medica nel 2002, con l’intenzione di portare alla luce talentuosi artisti, ancora poco conosciuti, si apre con la mostra ATTRAZIONI, con i singolari ritratti dipinti, di piccolo formato, che l’artista Judyta Krawczyk, originaria di Varsavia, ma innamorata della Sicilia e di Noto, presenterà per la prima volta al pubblico siciliano. La mostra sarà visitabile fino al 12 maggio, tutti i giorni compresi i festivi, dalle 11 alle 19, ad ingresso libero. “Da adolescente, ho visto il film “Il postino” del 1994. Ho sentito un’insolita vicinanza con il luogo e l’atmosfera di questo film. Con calma leggera e metafisica. Un forte desiderio di trasferirsi per vivere lì -dichiara Judyta-Il mio meraviglioso marito Grzegorz – un poeta e un musicista mi hanno portato qui. Si può dire che la Sicilia ha unito i nostri cuori con l’arte e la bellezza. Ed è stata una scelta eccellente! La Sicilia non può essere paragonata a nessun altro posto al mondo. Per me è l’inizio del mondo! Qui mi sento libera. Vedo anche e sento il bisogno e l’amore della libertà nei  miei nuovi vicini Siciliani e questo è grandioso. Nella mia pittura, creo un legame con l’immagine, solo attraverso un senso di assoluta devozione nei suoi confronti. Per me, la pittura è una dimensione diversa di fare l’amore. Nei volti delle persone che amo dipingere si rispecchiano i veri sentimenti.. Tutta la libertà umana e la schiavitù. Gioia e tristezza. Potere e debolezza. Tutte queste cose che ci fanno sentire come se fossimo veramente o che volessimo essere.
Sui volti delle persone che amo dipingere sono scritti i sentimenti veri. Tutta la libertà umana e la schiavitù. Gioia e tristezza. Forza e debolezza. Tutte queste cose che ci fanno sentire come se fossimo veramente o che volessimo essere. Ho scelto il ritratto – perché nessuna faccia è uguale all’altra, nessun uomo è simile all’altro. Non mi piace la ripetizione, la meccanica nell’arte. Il contatto con un altro essere umano attraverso un ritratto dà l’opportunità di catturare “quell’altro”.

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