Apprendiamo che vi sarebbe stato un accordo fra il Governo regionale e il Governo nazionale per destinare 140 milioni di euro alle 9 province siciliane.
Leggendo i vari commenti di soddisfazione che sono stati diramati viene solo da piangere! Lo dichiara Vincenzo Vinciullo, Presidente emerito della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.
E devo riconoscere che solo l’On. Stefania Prestigiacomo è riuscita a comprendere come questo accordo è semplicemente scandaloso in quanto alla Sicilia non è stato assegnato un euro in più rispetto quanto destinato negli anni passati.
In pratica, si prendono 140 milioni di euro già assegnati alla Sicilia e in particolare nel Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, approvato nella scorsa Legislatura, e queste stesse somme vengono destinate per finanziare la spesa corrente.
Quindi, niente strade, niente scuole e niente messa in sicurezza delle infrastrutture siciliane, pertanto, sia chiaro, non fondi nuovi ma risorse già destinate alla Regione Siciliana, ripeto, nella scorsa Legislatura, tant’è vero che nel documento che è stato siglato fra i rappresentanti dei due Governi si dichiara quanto segue: “la medesima Regione propone conseguentemente al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che ha già approvato nel luglio del 2017 la Programmazione del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, la nuova programmazione, sia chiaro, nei limiti delle disponibilità che sono residue”.
A questo proposito, ha proseguito Vinciullo, vorrei ricordare che proprio in questi giorni un Assessorato ha impegnato 47 milioni di euro per interventi strutturali e di conseguenza, essendo stato io il relatore dell’Ordine del Giorno che ha portato all’approvazione delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020, possibilmente non sono più disponibili tutte le risorse per arrivare a 140 milioni di euro, tant’è vero che, ripeto, nell’accordo firmato si parla di disponibilità residue.
Poi, lascia almeno esterrefatti la dichiarazione secondo la quale il Governo nazionale si sarebbe impegnato a rifinanziare queste risorse nell’ambito della futura Programmazione 2020-2027, un impegno politico, fra l’altro, di cui non c’è traccia nelle pagine dell’accordo firmato e che mi ricorda la famosissima canzone di Lorenzo il Magnifico secondo cui “di doman non c’è certezza”.
Poi, ha continuato Vinciullo, è veramente al limite della provocazione l’altra tesi, quella secondo la quale vengono concessi altri 10 milioni di euro a titolo di riduzione del contributo alla finanza pubblica.
Ma 10 milioni di euro, ad esempio, è appena la metà di quello che è stato chiesto per un solo anno alla ex Provincia di Siracusa.
Di conseguenza, basterebbe verificare lo stato del dissesto economico delle varie ex Province per giungere alla conclusione che i 140 milioni sottratti alle infrastrutture non bastano nemmeno a coprire la metà dei mutui contratti dalla ex Provincia di Siracusa.
Pertanto, fanno bene coloro i quali parlano di briciole destinate alla Regione Siciliana, di risorse assolutamente insufficienti per risolvere la drammatica situazione che vivono le ex Province Siciliane.
La verità è che non si vuole assolutamente tornare alla democrazia nelle province e si vuole ad ogni costo continuare a tenere agonizzanti le stesse province che spesso, come nella vicenda SAC, permettono di fare ragionamenti politici a danno del territorio.
Io, ha concluso Vinciullo, che ho sempre mantenuto una posizione chiara e coerente, in questi anni, in difesa assoluta delle Province, ricordando quello che era stato detto e promesso in campagna elettorale, mi sarei aspettato un maggiore impegno del Governo per rilanciare le ex Province.