Il gup del tribunale, Andrea Migneco ha disposto il rinvio a giudizio il ragioniere capo del Comune, Giorgio Gianì, con l’accusa di falso ideologico. La richiesta è stata sollecitata dal pm Marco Di Mauro. Secondo la tesi dell’accusa, nei bilanci che vanno dal 2011 al 2017, avrebbe messo in conto anche dei crediti che l’Ente comunale non avrebbe mai potuto riscuotere, commettendo con la sua condotta il reato di falso ideologico.
L’imputato ha spiegato che la sua condotta sia stata del tutto lineare e conforme alle norme di legge. Aveva depositato una corposa memoria. Si tratta di una vicenda che risale al 2011 e che ruota attorno ad alcune disposizioni normative alle quali tutti i dirigenti delle varie sezioni si sono adeguati apportando, di conseguenza, i correttivi del caso nella documentazione contabile dell’ente pubblico.
La questione è emersa con il rilevamento di alcune cancellature nel bilancio del comune del 2011, con particolare riferimento alla voce dei residui attivi. “Il ragioniere generale – afferma l’avv. Giovanni Giuca – ha testimoniato che egli coordina il lavoro dei dirigenti dei vari settori, limitandosi a imputare nel bilancio le singole voci dei diversi capitoli. Tutti i dirigenti del comune hanno poi recepito un orientamento della Corte de conti che ha imposto norme più stringenti nella composizione dello strumento di programmazione finanziaria. Da ciò ne deriva che ognuno dei funzionari ha dovuto apportare delle modifiche e delle cancellature che non sono, quindi, dovute a chissà quale artifizio per mutare il bilancio dell’ente, quanto proprio a ottemperare a precise disposizioni normative”.
La prima udienza del relativo processo è stata fissata per il 21 aprile 2020 davanti al giudice monocratico del tribunale aretuseo.