In cima al corteo uno striscione che recita “Fortunato, rimarrai nei nostri cuori”. Decine di corridori in tenuta sportiva, spingono le loro biciclette, aprendo la processione con il feretro portato in spalla dagli amici più vicini. Un modo singolare per rendere l’estremo saluto a Fortunato Marino, il 54enne dipendente dell’Ufficio delle Entrate del capoluogo, morto domenica mattina, dopo uno scontro tra lo scooter su cui viaggiava e l’ambulanza al seguito della carovana dei corridori che partecipavano al memorial dedicato al padre della vittima. Tantissime le persone presenti ieri pomeriggio alla messa funebre, celebrata nell’ampio cortile della parrocchia di Città Giardino. Dietro l’altare il gonfalone della città di Melilli, che ha voluto così tributare il cordoglio per la scomparsa di un amico prima che un uomo, come ha sottolineato il parroco durante l’omelia. Toccanti le parole di una delle due figlie di Marino; “Sei stato un padre modello – ha detto – che ha preso la famiglia sulle sue spalle e, con il sorriso sulle labbra, ha scalato anche le montagne. Non sappiamo quale cima tu abbia raggiunto ma so che da lassù ci proteggerai”.
Un applauso convinto è riecheggiato al termine del rito funebre per quell’uomo che ha dato la vita per assecondare la passione per il ciclismo. A tributargli l’estremo saluto anche alcuni dirigenti della Federciclismo regionale e, soprattutto, tanti ciclisti e amici provenienti da tutta la provincia ma anche da Messina, da Ramacca, da Catania.
F. N.