Paolo D’Orio ricorda Giuseppe Mazzini a 214 anni dalla sua nascita

 

In Giuseppe Mazzini si affermò, fin dai primi anni d’esilio, la convinzione che la propria vita fosse votata a una missione, e che dunque non vi fosse spazio in essa per ogni forma di felicità individuale.

I sacrifici e i dolori che caratterizzavano la sua esistenza (tra essi, la separazione dall’amata Giuditta Sidoli, conosciuta in esilio nel 1831 ma dalla quale presto si era dovuto separare in via definitiva) gli apparivano come i segni di una predilezione divina, come il corrispettivo di una visione ispirata da Dio che agli altri era preclusa. Proprio da questo derivava l’insofferenza di Mazzini per quanti, entro lo stesso campo democratico, la pensavano diversamente da lui.

Giuseppe Mazzini, Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872, è stato un patriota, politico, filosofo e giornalista italiano. Un uomo politico risorgimentale, Giuseppe Mazzini nacque a Genova nel 1805. Laureatosi in legge nel 1827, per l’Italia spartita in più stati da straniere monarchie fondò nel 1831, esule a Marsiglia, la “Giovine Italia”, un’associazione che propugnava l’unificazione della penisola. Il motto dell’associazione era “Dio e Popolo”.

Operare nel mondo significa per Mazzini collaborare all’azione che Dio svolge: per Dio e il Popolo bisogna mettere al centro della propria vita il dovere senza calcoli di utilità. Quello di Giuseppe Mazzini era un progetto politico mosso da un imperativo religioso che nessuna avversità avrebbe potuto indebolire, perché se raggiunta questa tensione di Fede l’ordine degli avvenimenti viene capovolto e la disfatta non provoca l’abbattimento; e il successo degli avversari non si consolida in ordine stabile. La storia dell’umanità è una progressiva rivelazione della Provvidenza Divina, che di tappa in tappa si dirige verso la meta predisposta da Dio.

Il motto de la “Giovine Italia” divenne il motto impresso nella bandiera tricolore della Repubblica Romana, stato che Mazzini presiedette a seguito di una rivolta liberale che nel 1849 estromise Pio IX dal potere temporale esercitato dal papa sull’Italia centrale (Lazio, Umbria, Marche). La Repubblica Romana, nata nel contesto dei  grandi moti del 1848 che coinvolsero tutta Europa, ebbe vita breve; ma in quei pochi mesi di governo (5 mesi, a causa dell’intervento di Napoleone III che per convenienza politica ristabilì la monarchia pontificia) Giuseppe Mazzini promosse idee democratiche che sarebbero diventate realtà un secolo dopo: uguaglianza davanti alla legge, suffragio universale per il voto, libertà di professione religiosa.

Mazzini presentava agli italiani un programma preciso e compendiato in tre concetti fondamentali: indipendenza, unità, repubblica. Irriducibilmente avverso all’unità monarchica, visse in esilio anche dopo la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861. Morì a Pisa nel 1872. Nel 1946, settantaquattro anni dopo la sua morte, l’Italia, indipendente e una, diventava come egli aveva teorizzato e profetizzato: repubblicana.

Paolo D’Orio

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