Dall’inizio dell’anno 16 persone hanno perso la vita, decine quelle rimaste ferite più o meno gravemente a causa di incidenti che si sono verificati sulle strade del capoluogo e della provincia. Un bollettino di guerra iniziato il 20 gennaio con lo scontro frontale tra due auto sulla Rosolini-Ispica che ha causato la morte dei fidanzati Cristian Minardo e Aurora Serrentino e della loro zia. Il 13 febbraio a Targia ha perso la vita alla guida della sua moto lo chef siracusano Gianluca Ruvioli, 24 anni. Il 19 febbraio a Noto altre due giovanissime vite spezzate: Manuel Petralito e Gabriele Marescalco sono travolti da un’auto pirata mentre viaggiano su uno scooter. Sempre a Noto il 23 aprile, una Fiat Multipla rimane bloccata sui binari al passaggio del treno che travolge la vettura e provoca la morte di In Santina Duco, 62 anni. Il 3 maggio in viale Scala Greca la morte del 17enne, Simone Geracitano, che perde la vita in un incidente autonomo, mentre era alla guida del suo scooter. Il 19 maggio a Canicattini muore il 54enne Fortunato Marino, al seguito di una corsa ciclistica: fatale l’impatto del suo scooter contro un’ambulanza. Il 5 giugno, davanti al cimitero di contrada Fusco perde la vita in sella alla sua moto il floridiano Francesco Garofalo, 41 anni. Il 6 luglio la 21enne avolese Simona Racioppo viene falciata da un’utilitaria guidata da un giovane, poi arrestato, mentre tornava a piedi a casa. Il 7 luglio, ancora un centauro, Marco D’Angeli di 26 anni, perde la vita nello scontro tra la sua moto e una Toyota all’incrocio di via San Giovanni. Il 26 luglio l’incidente in cui è stato coinvolto il 19enne Paolo Munafò, che in sella allo scooter si è scontrato con un’automobile in corso Gelone. Il 2 agosto in via Elorina un sorpasso azzardato pone fine alla vita di una coppia di coniugi, Armando Tropea e Maria Pia Reale, in vacanza a Siracusa e in viaggio su uno scooter.
“Troppe vite umane, soprattutto giovani, si sono consumate in questi mesi. C’è la necessità di rilanciare la nostra azione di sensibilizzazione a un più prudente approccio con la guida degli autoveicoli – afferma Mirella Abela, presidente dell’associazione italiana familiari e vittime della strada – pensiamo che sin dall’apertura del nuovo anno scolastico, si possano coinvolgere gli istituti di ogni ordine e grado per programmare lezioni e incontri con alunni e studenti sulla specifica tematica dell’educazione stradale”.
L’associazione ha intenzione, come nel passato, di coinvolgere la Polstrada e le altre forze di polizia per impartire delle vere e proprie lezioni di guida e di sicurezza sulle strade. “Pensiamo – dice Abela – si possano programmare incontri nelle scuole in cui, oltre alla parte didattica, si riesca a coinvolgere gli studenti sotto l’aspetto emotivo. In questo senso ha un’importanza fondamentale l’intervento di familiari di vittime della strada e di sopravvissuti che raccontino le loro esperienze e facciano comprendere come la vita sia una sola, un bene preziosissimo che non può essere messo a repentaglio da comportamenti scorretti e dal mancato rispetto delle norme”.
Il pensiero di Abela va ai pedoni: “Ogni giorno rischiano di essere travolti dalle vetture. Nel centralissimo corso Gelone basta poco per provocare l’intasamento del traffico veicolare. Subentra così il nervosismo in alcuni automobilisti che, pur di divincolarsi dagli ingorghi, azzardano manovre e sorpassi mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone. C’è come una sorta di deresponsabilizzazione. Ognuno degli automobilisti o dei motociclisti, una volta alla guida assume un atteggiamento di impunità e qualsiasi cosa accada, la colpa è sempre degli altri. Invece, bisogna educare gli utenti della strada che l’incidente stradale non scaturisce per caso o perché il destino baro ci ha messo lo zampino. Lo scontro tra i mezzi è dovuto principalmente alla distrazione dei conducenti, penso all’utilizzo improprio del telefonino come una delle principali cause di sinistri. Per non parlare della guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze psicotrope, fenomeno sempre più frequente tra gli adulti”.