Catania: l’ONA vince in Corte di Appello, ma non basta. L’associazione torna a chiedere l’applicazione della legge regionale Gianni e preannuncia azioni giudiziarie.

Roma, Siracusa 11.05.2017 – L’occasione del deposito della sentenza della Corte di Appello di Catania, Sezione Lavoro, n. 390 del 04.05.2017, dà lo spunto all’Osservatorio Nazionale Amianto, all’Avv. Ezio Bonanni, coadiuvato dall’Avv. Alessandro Scuderi, per insistere in ordine alle urgenti misure di tutela della salute dei lavoratori e cittadini siciliani, esposti e vittime dell’amianto e loro familiari.

L’ONA lamenta:

  • Strage di lavoratori e cittadini esposti e vittime dell’amianto e loro familiari (di seguito i numeri dell’epidemia);

  • La mancata applicazione della normativa in tema di prepensionamento per i lavoratori esposti all’amianto;

  • Assenza di doverosi risarcimenti;

  • Lungaggini giudiziarie;

  • Assenza di sorveglianza sanitaria e dell’istituzione del centro unico presso l’Ospedale di Augusta (così come stabilito dalla L.R. 10/2014);

  • Mancata applicazione della c.d. ‘legge Gianni’ in materia di amianto (L.R. 10/2014).

  • Mancata emissione degli atti di indirizzo equipollenti per il riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione all’amianto fino al 2003, per i siti siciliani ad alto rischio industriale.

Il caso di E.B. è emblematico. L’INPS ha rigettato la sua domanda per il prepensionamento nonostante fosse dimostrata la sua esposizione professionale a polveri e fibre di amianto.

In primo grado il Tribunale di Siracusa ha accolto le tesi dell’INPS e ha rigettato le domande del lavoratore esposto all’amianto, il quale ha dovuto continuare a lavorare nonostante fosse stato già provato fisicamente e moralmente dall’esposizione ad amianto.

Il lavoratore si è quindi rivolto all’ONA nella persona del coordinatore regionale Sig. Calogero Vicario che ha interessato l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente nazionale, il quale ha impugnato la sentenza presso la Corte di Appello di Catania.

La Corte di Appello di Catania ha disposto una consulenza tecnica, così come richiesto dall’Avv. Ezio Bonanni.

L’accertamento tecnico ha permesso di confermare che il Sig. E.B., come dipendente della COGEMA S.p.A., azienda chimica con sede a Priolo a Gargallo, è stato professionalmente esposto a polveri e fibre di amianto per il periodo dal 02.04.1976 al 31.12.1994, in concentrazioni superiori alle 100 ff/ll, nella media delle otto ore lavorative: il lavoratore si avvia dunque al prepensionamento.

L’Osservatorio Nazionale Amianto, fin dal 2008, ha sollevato la problematica amianto in Sicilia, e ha lamentato una discriminazione per i lavoratori esposti ad amianto che si vedevano negati i loro diritti.

Con la legge regionale n. 10/2014, dovuta grazie all’intervento dell’On.le Pippo Gianni, Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e componente del comitato tecnico scientifico dell’ONA e già più volte Deputato nazionale, la Regione Sicilia si è dotata di uno strumento legislativo che prevedeva anche la creazione dell’unità operativa per la cura delle patologie asbesto correlate presso l’Ospedale di Augusta, oltre alla bonifica e ad ulteriori misure.

La Legge Regionale Siciliana aveva un cronoprogramma per la sua applicazione, e quindi per la messa in sicurezza di tutti i siti.

Successivamente il Deputato Regionale On.le Pippo Gianni è stato estromesso dall’ARS e la legge è stata privata del cronoprogramma.

L’ONA, anche alla luce di questa decisione della Corte di Appello, rilancia l’appello al Presidente della Regione, On.le Crocetta, affinché:

  • La legge regionale amianto trovi finalmente applicazione e ciò per evitare che continui la strage provocata dall’amianto.

  • Vengono emessi, come più volte richiesto dal Presidente Ezio Bonanni e dal coord. Regionale ONA, Calogero Vicario, in occasione dell’Audizione del 17 novembre 2015 presso le commissioni congiunte IV – Ambiente e Territorio e VI Servizi Sociali e Sanitari della Regione Sicilia, gli Atti di indirizzo “equipollenti” per il riconoscimento dei benefici contributivi per esposizione all’amianto fino al 2003, per i siti ad alto rischio industriale  della regione Sicilia, in forza dell’art. 1 commi 20, 21 e 22 Legge 247/2007, e della Sentenza TAR Lazio n. 5750/09, nella quale si fa riferimento ai lavoratori esposti all’amianto residenti e che hanno svolto attività lavorativa in siti ubicati nelle regioni a statuto speciale, per le quali all’atto di indirizzo ministeriale viene a sostituirsi, o sono equiparati analoghi od equipollenti atti certificativi, emessi dagli enti e/o uffici regionali.

Nel recente convegno che l’ONA ha organizzato a Siracusa (18.02.2017), è intervenuto anche Don Palmiro Prisutto, Arciprete della Chiesa madre di Augusta, il quale ha dichiarato: “Battaglia da condurre insieme con l’ONA. E’ grave – aggiungeva il battagliero sacerdote – che ci sia la consapevolezza da parte delle istituzioni sulle morti causate da amianto ed inquinamento tra Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa, ma si perpetui in silenzio che è sinonimo di incapacità di intervento e vigliaccheria in un territorio trasformato in una delle pattumiere d’Italia”.

I numeri della strage.

La Sicilia è una delle Regioni in cui vi è stato un più intenso utilizzo di amianto sia nel sistema produttivo che negli edifici pubblici e nelle abitazioni private.

Il triangolo industriale di Augusta-Priolo, Ragusa e Gela e le zone industriali della Valle del Mela (Messina) e di Palermo si caratterizzano per la poderosa utilizzazione di amianto allo stato friabile e compatto nelle numerose applicazioni (circa 3.000) che ne hanno esaltato le capacità tecniche di resistenza, fonoassorbenza, isolante, antincendio, etc..

La Sicilia ha pagato un altissimo tributo in termini di vite umane in quanto l’ONA ha censito 1286 mesoteliomi, per il periodo che va dal 1998 al 2014, per una media che nell’ultimo periodo sfiora i 100 casi per ogni anno. Poiché il mesotelioma è il “tumore sentinella” e poiché i decessi per tumore polmonare sono almeno il doppio (cui vanno aggiunti gli altri tumori e le patologie non neoplastiche), si calcolano ogni anno complessivamente non meno di 600 decessi nella sola Sicilia.

Il ReNaM, per quanto riguarda i mesoteliomi, stabilisce che la Sicilia ha un’incidenza del 5,3% su base nazionale.

Si tratta di dati sottostimati, in quanto in molti casi i cittadini siciliani debbono emigrare in Nord Italia per poter ottenere la diagnosi e per veri e proprio viaggi della speranza, per cui molti casi non vengono censiti.

Per ulteriori fonti:

– Registro Mesoteliomi 1998 – 2014 – decessi certi n. 1286 (pag. 5);

– Registro mesoteliomi 1998 – 2009 – decessi certi n. 850 (pag 4) + 436. Dai dati spicca tra tutte Siracusa

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