Asili nido comunali ancora chiusi ed un bando di gara che non garantisce né i livelli essenziali di prestazione, a garanzia dei piccoli utenti e delle loro famiglie, né i lavoratori, il cui compenso non può raggiungere, stando alla gara d’appalto indetta dal Comune, quanto previsto dal contratto collettivo, né tantomeno le cooperative, messe in seria difficoltà. Sostenute da Confcooperative e Legacoop, alcune di queste (La Garderie, Siges, Passwork ed Esperia 2000) hanno presentato un ricorso al Tar, facendo presenti tutti gli aspetti che andrebbero contro “ogni logica, ogni etica, contro il Codice degli Appalti, contro la normativa”. Parole dure quelle pronunciate questa mattina, nel corso della conferenza stampa convocata nella sede di Siracusa di Confcooperative, a cui hanno preso parte, non solo i rappresentanti delle cooperative (alcune delle quali storicamente impegnate nella gestione degli asili nido comunali in città) ma anche i vertici regionali del settore sociale di Confcooperative e Legacoop, rispettivamente Giusy Palermo e Pippo Fiolo. Entrambi parlano di una vicenda che si sposta, adesso, a livello regionale. “Da Siracusa- spiegano – parte un monito forte, perché non è accettabile che delle amministrazioni comunali, come è accaduto qui, decidano di agire in maniera arbitraria, gestendo servizi alla persona guardando al ribasso, come avviene in un supermercato, piuttosto che alla qualità dei servizi”. Giusy Palermo evidenzia come “stiamo parlando di servizi destinati a dei bimbi molto piccoli, da zero a tre anni. La qualità dovrebbe essere al centro dell’attenzione e invece siamo di fronte ad un costo del lavoro al di sotto del contratto collettivo, di fronte alla richiesta di servizi migliorativi, senza alcun ritorno economico per le cooperative. Entrando un po’ più nel dettaglio, per avere un punteggio maggiore, ad esempio, è stato proposto un mese di servizio in più gratuitamente. Siamo fuori dalle logiche di mercato e di qualità del servizio. Questo risulta fin troppo evidente”. L’esponente di Confcooperative Sicilia parla di “una situazione paradossale. Il fatto che cooperative che storicamente hanno gestito il servizio abbiano deciso di fermarsi è un segnale molto forte. Non passa di certo inosservato”.
“L’interlocuzione con il Comune rimane aperta ma è necessario parlare con l’intera Anci, l’associazione dei comuni. Il nostro è un monito forte. Lo facciamo partire proprio da Siracusa perché la cooperazione sociale non può rappresentare più un ammortizzatore. Ci sono collaboratori che devono essere adeguatamente pagati con adeguate condizioni di lavoro. Non dimentichiamo- prosegue Fiolo- che quest’anno il servizio di asilo nido comunale viene anche pagato più rispetto al passato dalle famiglie. Non è tollerabile che i livelli essenziali di prestazione non siano garantiti”.
Le cooperative La Garderie, Siges, Passwork ed Esperia 2000 esprimono seria preoccupazione. “Abbiamo trovato delle criticità- spiega l’ing. Mauro Martinez, vice presidente de La Garderie – in questo bando e possono creare un precedente pericolosissimo per quanto riguarda la cooperazione sociale e la gestione degli asili nido, non solo in Sicilia, ma in tutta Italia, parlando di procedura europea. Questo sia per il costo del lavoro, sia per una serie di richieste contenute nel bando e relative ad alterazione del costo di lavoro e della gestione della cura dei minori, che nello specifico sono fascia debolissima, essendo utenti dai tre mesi ai tre anni. Con questa azione- prosegue Martinez- abbiamo cercato di porre dei fari di attenzione, un accento sul modo reale e corretto di fare bandi per servizi socio-educativi . Non ci si può svegliare e avanzare richieste assurde. Esistono regole precise e vanno rispettate, non per salvare le cooperative, ma il servizio, i lavoratori e la giusta cura dei minori,fatto che spesso, a quanto pare, viene dimenticato. Questi bambini, sia chiaro a tutti, -conclude il vice presidente de La Garderie – hanno il diritto inalienabile di essere curati al massimo livello”.