Siracusa, ospedale Rizza. Alberi capitozzati da potature caprine

Siracusa. Non è cambiato niente. Sono passati oltre 20 anni da quando furono drasticamente potati gli alberi dell’ospedale Umberto I, lasciandoli improvvisamente senza rami e senza foglie. Il clamore e le proteste di allora non hanno sortito alcun effetto. La storia si ripete. Nei giorni scorsi dal parco dell’ospedale Rizza sono stati abbattuti una quindicina di pini, e una cinquantina di altri alberi li hanno potati proprio come facevano 20 anni fa. Li hanno capitozzati del tutto, limitandosi a lasciare tronco e rami di base come scheletri intenti a sfuggire alle lame del boia.

Sono potature dannosissime, disposte da enti pubblici senza ricorrere ad alcuna consulenza agronomica, ed eseguite da ditte con operai privi di formazione o proni alle disposizioni dei dirigenti. Vergognosi massacri, contrari a ogni buona regola, dannosissimi per la pianta e per la vita che poteva ospitare, antiestetici e frutto di una patologica insensibilità ecologica. Una consuetudine sbagliata, in cui qualcuno guadagna, ma tutti gli altri, cittadini, temperatura, qualità dell’aria, clima, suolo e fauna,  perdono valore e dignità. Il risultato sono miserevoli eserciti di poveri alberi focomelici, uccelli con nidi e posatoi distrutti, ombra e frescura perduta, paesaggio urbano violentato e atmosfera generale non certo entusiasmante.

C’è una parte di Siracusa che sembra abbia dichiarato guerra al verde. Sarebbe ora che chi gestisce la cosa pubblica metabolizzi un concetto facile ed elementare. La miglior potatura è quella che non si vede. Leggera, sicura, armoniosa. Eseguita considerando che si tratta di esseri viventi e concepita per produrre autentico benessere, non per fare spazio ad asfalto, cemento e idiozia.

Fabio Morreale

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