L’ acqua, bene primario, il cui accesso inalienabile, va assicurato a tutti. Ne parla a tal proposito la stampa online e cartacea circa la crisi idrica che sta vivendo il Comune di Pachino, che scrive: “Come possiamo fare a prevenire i rischi del Coronavirus se siamo senza acqua da quasi due settimane ? Il primo punto è proprio lavarsi spesso le mani. La causa è dovuta a una serie di gravi guasti alla condotta idrica esterna di Contrada Stafenna, tra Noto e Rosolini”. Succede in tutto il mondo, aggiunge il sottoscritto, anche Portopalo di Capo Passero, ha riscontrato difficoltà pratiche per perdita della condotta e notevoli spese per la loro riparazione. Per quanto sopra, pur sempre nel reciproco rispetto della cultura politica territoriale, che ci lega con la città di Pachino, avere avuto il coraggio e la lungimiranza, negli anni 2015/2016, nell’interesse prioritario ed esistenziale del territorio portopalese, rafforza senza dubbio l’importanza di essersi resi indipendenti, nonché fuori da ogni conflittualità, in seno alla vecchia convenzione sul funzionamento promiscuo del servizio idrico. Oggi, la società civile portopalese, anche nell’ottica del grosso rischio del “CORONAVIRUS ” è in grado AUTONOMAMENTE di massimizzare l’utilizzo dell’acqua nel novero dei diritti propri imprescindibili. Si potrebbe assimilare il tema dell’acqua come fonte di vita, acqua e religione, acqua e siccità, acqua e giochi, acqua e diritto umano, acqua e attività umane. Io, Giuseppe Ferdinando Mirarchi, di tutto ciò ne sono fiero e orgoglioso. Sicuramente non lo sara’ quella forma di giornalismo intellettualmente poco onesto, pericoloso e subdolo, capace di non sapere/volere mai raccontare la verità di come stanno effettivamente le cose nel nostro territorio portopalese, in ogni manifestazione di carattere politico e non solo. Giuseppe Ferdinando Mirarchi