La seconda sezione del tribunale di Siracusa, esecuzioni mobiliari, ha emesso una sentenza che rappresenta un nuovo corso sull’azione della pubblica amministrazione nell’assicurare la pretesa erariale. Si tratta di un accantonamento nei confronti del terzo debitore, la Prefettura, sulle somme che sarebbero servite a regolare i rapporti con la società cooperativa Clean service onlus che aveva gestito immigrati presso un centro aretuseo.
La conferma della misura ablatoria si è potuta ottenere a seguito della sentenza pronunciata da parte della I sezione della commissione tributaria provinciale di Siracusa, del 20 marzo che accoglieva l’istanza cautelare della direzione provinciale dell’agenzia delle entrate di Siracusa.
L’attività trae origine dall’operazione “Affare immigrazione” portata a segno dalla guardia di finanza di Siracusa nel 2016. Nell’ambito dei rapporti di collaborazione con la Prefettura, il comando provinciale, impartì, ai reparti direttive, concernenti l’esecuzione di specifici controlli sulla gestione dell’accoglienza temporanea di immigrati clandestini, in regime di convenzione, da parte di strutture localizzate in vicinanza dei luoghi di sbarco, gestiste da associazioni o enti non commerciali (società cooperative e onlus senza scopo di lucro).
Nell’occasione emerse, un quadro evasivo per 4 milioni 252mila euro, fatture per operazioni inesistenti per un milione 351mila euro, la segnalazione di 19 persone per reati tributari alla Procura di Siracusa e quale elemento caratterizzante il disconoscimento di 5 onlus.
Furono individuati, inoltre, 2 evasori totali ed 1 paratotale con la richiesta di sequestro per equivalente per 920mila 122euro.
In base alle risultanze di delle varie verifiche e controlli, la finanza ha rilevato che la società cooperativa Clean Service onlus avesse mascherato, nella veste di “ente associativo no-profit”, la reale natura giuridica di impresa commerciale. La compagnia di Siracusa eseguì una verifica fiscale extra-programma. L’attività ispettiva fece emergere un consolidato sistema di emissione di fatture, in tutto o in parte, inesistenti da parte di diversi soggetti fornitori della cooperativa, con conseguente utilizzo degli elementi passivi fittizi mediante inserimento degli stessi nella dichiarazione dei redditi presentata dalla verificata.