“I nostri studenti hanno saputo riconvertirsi dall’aula reale all’aula virtuale, mostrando di saper affrontare una complessità inaspettata in modo competente”. Lo afferma all’AGI Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, riflettendo sulla didattica a distanza e sull’esame di maturità che i ragazzi sono chiamati quest’anno ad affrontare seguendo regole assolutamente inedite.
“L’ansia dei giovani non è data tanto dal cambiamento del modo di valutazione – osserva – quanto dal fatto che si è di fronte a un ignoto di cui non conosciamo le caratteristiche. L’ansia è legata alla dimensione di sospensione, e la modalità con cui verrà effettuato l’esame di Stato è sospesa, come tutto il resto della vita. Non sappiamo quando arriverà la fine di questa emergenza, viviamo alla giornata”.
Pellai ha uno sguardo positivo sugli adolescenti. “Hanno saputo abitare questa difficoltà in modo adeguato – sottolinea – loro dovevano essere più in sofferenza di tutti, perchè allo loro età si vive di relazioni. Li abbiamo reclusi, gli abbiamo tolto tutto ma sono riusciti a starci dentro. Non sappiamo ovviamente che cosa succede dentro ogni casa, ma i docenti ci raccontano che trovano le aule virtuali affollate, che gli studenti rimangono connessi e rispondono agli appelli, hanno saputo adattarsi”.
“Certo – prosegue lo psicoterapeuta – i docenti impegnati nell’esame di maturità devono affrontare il grosso tema della valutazione. Che cosa valutiamo? Mai come quest’anno il concetto di maturità deve essere valutato a 360 gradi, non solo nella dimensione performativa rispetto alla prova di esame, ma deve contemplare il fatto che i ragazzi abbiano saputo adattarsi a una situazione completamente differente”. La maturità – conclude Pellai – non è solo consegnare un compito dove non c’è una crocetta rossa, ma è sapere stare al mondo, saper affrontare una complessità inaspettata in modo competente. E i ragazzi hanno dimostrato di saperci stare dentro”.