Proseguono le polemiche relative all’organizzazione dei turni di lavoro all’interno della casa di reclusione di Augusta. Polemiche sollevate all’indomani della firma del cosiddetto Pil che disponeva l’impiego del personale degli uffici per due ore in più in modo da consentire un turno ridotto per gli agenti di polizia penitenziaria che smontano dalla notte. Le organizzazioni sindacali Uspp, Cisl, Sinappe, Cnpp e Sippe hanno impugnato il provvedimento della direzione sostenendo che le altre quattro sigle sindacali non rappresentano la maggioranza degli agenti rappresentati.
La dirigenza della casa di reclusione megarese ha accolto l’istanza sospendendo l’esecutività del piano integrativo di lavoro anche a seguito della petizione sottoscritta in poche ore da oltre il 50% degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso ad Augusta.
Non l’ha presa bene la Uilpa che ha chiesto la rimozione della direttrice del carcere di Augusta dal proprio incarico. La richiesta è stata indirizzata al dirigente generale delle carceri siciliane, Cinzia Calandrino. Dure le parole del segretario generale del sindacato siciliano, Gioacchino Veneziano, che definisce scellerata la decisione della direttrice del carcere Lantieri di revocare un accordo sindacale precedentemente raggiunto. Il sindacato accusa la direttrice di “sfruttare l’emergenza Coronavirus per non dare seguito all’intesa raggiunta. L’accordo -prosegue il rappresentante dell’organizzazione sindacale- rimodulava un’organizzazione del lavoro troppo imperniata a sostenere politiche gestionali obsolete, non omogenee, fermo restando che in quell’accordo sindacale si copiano gestioni diffuse in tutta la Sicilia che hanno dato eccellenti risultati per il bene di tutti i lavoratori”.