Affisso al portone serrato, un cartello annuncia che la chiesa di Santa Lucia alla Badia rimarrà chiusa per lavori fino al 24 giugno. A ridosso del tempio di piazza Duomo sono parcheggiati due furgoni di una ditta di lavori museali i cui operai sono all’interno dove hanno installato impalcature e e allestito altri mezzi a supporto dei funzionari dell’istituto centrale del restauro di Roma e di quelli dell’istituto regionale del restauro di Palermo.
Tutti gli esperti sono al capezzale dell’opera del Caravaggio “Il seppellimento di santa Lucia”. Una “visita” annunciata già da qualche giorno e sollecitata dalla soprintendente ai beni culturali, Donatella Aprile, che ha presenziato a questo primo giorno di studio e di verifica dello stato di salute dell’enorme tela caravaggesca e che ha sollecitato il parere
Ingresso off limits dalla mattina di ieri per turisti, curiosi e anche per alcuni amministratori pubblici locali che avrebbero voluto partecipare ai lavori o, comunque, fare presenza all’interno della chiesa, dove sono stati rimossi tutti i banchi per consentire a tecnici e operai di intervenire in assoluta sicurezza.
Il direttore generale dell’assessorato ai Beni culturali, Sergio Alessandro, a conclusione della prima giornata di studio, ha detto che “rispetto all’ultima osservazione avvenuta quindici anni fa, la tela sembra in buono stato di conservazione. Ma non abbiamo ancora finito. Andremo più a fondo con l’osservazione anche microbiologica prima di esprimere un parere definitivo”.
Il fisico romano Roberto Ciabattoni dell’equipe dell’istituto centrale del restauro, ha affrontato lo specifico tema del trasferimento a Trento dell’opera caravaggesca: “In questa circostanza ci sono due elementi da considerare: la necessità e l’opportunità. Se da una parte è possibile che opere come il Satiro siano trasportate di frequente, bisogna anche considerare l’imponderabile, quel miliardesimo di probabilità che qualcosa non vada per il giusto verso. Sul trasferimento della tela del Caravaggio noi ci limitiamo a esprimere un parere tecnico, poi è la politica che dovrà dire l’ultima parola”.
L’enorme tela che ritrae il seppellimento di Santa Lucia è stata collocata al centro dell’altare per consentire ai tecnici di studiare ogni minimo dettaglio con l’utilizzo di attrezzature sofisticate.
Osservatore interessato è monsignor Tito Marino, parroco della cattedrale e delegato della Curia a seguire l’intervento dei funzionari, che guarda la tela come fosse un congiunto che mostra la propria fragilità, che ha bisogno di tutte le attenzioni che il caso impone. Un congiunto attorno al quale i “medici” sono riuniti in gran consulto per comprenderne lo stato di salute.
“Non vedo esfolazioni, pigmentazioni, variazioni cromatiche o bolle che possano destare preoccupazione – dice il parlamentare regionale Stefano Zito, che ha avuto modo di accedere nella chiesa e osservare l’opera anche nella qualità di tecnico – a un primo esame ortottico non riscontro nulla di anomalo ma bisogna attendere l’esame batteriologico per vedere se vi sia la presenza di muffe e mioceti che possano minarne l’integrità. Ho chiesto all’architetto Biondo di avere la relazione fatta in occasione del restauro del 2005 per capire se siano sopraggiunte, nel frattempo, delle alterazioni”. Sull’opportunità che la tela affronti il viaggio, Zito è lapidario: “Io voglio che la tela rimanga qui. Era stato detto che vi fosse la necessità di trasportarla altrove per un restauro ma abbiamo appreso oggi che la tela gode di buona salute e che si trovi in un ambiente dal microclima soddisfacente, perché, quindi, mutare queste condizioni?”. Altro aspetto è legato alla protezione della tela del Caravaggio. In tal senso, il deputato nazionale pentastellato, Paolo Ficara, è in attesa di avere un’interlocuzione con il direttore del Fec, a cui ha chiesto un incontro per affrontare la vicenda legata al reperimento dei fondi necessari alla realizzazione della teca dentro cui custodire il dipinto.
Francesco Nania