La madre e il fratello di Lele Scieri, il parà siracusano morto nell’agosto 1999 alla caserma Gamerra di Pisa, hanno ottenuto dal Gup del tribunale militare di Roma, la costituzione di parte civile. Insieme con Isabella Guarino e Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo) è stato ammesso come parte civile anche il ministero della Difesa. Allo stesso tempo, il giudice ha accolto l’istanza della famiglia del parà di citare il ministero della Difesa come responsabile civile. Tra le parti civili, non ci sarà l’associazione “Giustizia per Lele”. Il processo è quello a carico di Andrea Antico, Alessandro Panella e Luigi Zabara, all’epoca dei fatti caporali, accusati di violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato in concorso, per i quali la Procura militare ha chiesto il rinvio a giudizio.
L’udienza è stata rinviata al 18 settembre. Come si ricorderà, Alessandro Panella fu anche arrestato nell’estate 2018 in esecuzione di una misura cautelare perchè gli inquirenti temevano potesse scappare negli Usa dove da tempo viveva. I tre indagati, si legge nel provvedimento della procura generale militare di Roma (il pg Marco De Paolis, lo scorso autunno, aveva deciso di avocare a sé l’inchiesta), “agendo in concorso tra loro e per cause non estranee al servizio e alla disciplina militare, cagionavano con crudeltà la morte dell’inferiore in grado Allievo-paracadutista Emanuele Scieri” e ciò con le “aggravanti del grado rivestito, dell’aver agito con crudeltà e profittando dell’orario notturno”, “trasgredendo più volte il Regolamento di disciplina militare che erano tenuti ad osservare”, nonchè “qualificandosi, nei confronti dell’allievo-paracadutista, come suoi superiori in grado, effettivi allo stesso reparto di addestramento reclute ed esercitando, con abuso di autorità e modalità illecite, i doveri del superiore”.