Siracusa. La parità di genere, il cambio degli assessori e i dubbi sulla legittimità della Giunta

La città di Siracusa fa i conti per il sospetto rimpasto anomalo della giunta di governo. Qualcuno addirittura solleva dubbi sulla legittimità della giunta. Fuori dagli schemi, tutto appare come una giro di “valzer” già programmato, trascurando la parità di genere. E questo accade mentre la cittadinanza soffre una profonda marginalità sociale e di governo del territorio. Senza voler cercare l’ago nel pagliaio, manca il contrasto alla povertà sociale; manca un progetto condiviso e usare il modo più adatto alla situazione locale che soffre di crisi economica e sociale. Trascurato dal governo della città il tema delle differenziata che, di fatto, crea sporcizia in tutte le strade della città per il metodo scelto; così come il verde pubblico che deve essere affrontato in modo sistematico e l’amministrazione comunale, ma manca un piano, risorse e strumenti tecnici idonei per una corretta pianificazione, progettazione, gestione e fruizione degli spazi verdi al fine di massimizzarne i numerosi benefici ambientali minimizzando i rischi. Fra le misure positive la pista ciclabile anche se insufficiente, ma è un buon inizio per avere una città più a misura d’uomo e verde, con l’ambiente più sano; mancano le attrattive, meglio tenute e con minor spesa: in una parola, più vivibili, ma non si vede una linea guida capace di far confluire in una visione d’insieme con la cornice di una corretta progettazione in un’ottica orientata alla sostenibilità ambientale ed economica.

Altra nota stonata sulla nuova giunta che ha scatenato sui social le critiche e le polemiche, la magra presenza di donne. Prima delle dimissioni di Alessandra Furnari e di Giusi Genovesi, erano quattro le rappresentanti femminili nell’amministrazione comunale. Con la nomina dei nuovi assessori, alle due donne dimissionarie sono subentrati tre uomini Carlo Gradenigo, Alessandro Schembari e Sergio Imbrò, per cui, lo sbilanciamento è più evidente.

La nuova giunta capitanata da Francesco Italia la rappresentanza femminile è ridotta a due presenze, entrambe confermate, Maura Fontana e Rita Gentile. Tanto è bastavo per sollevare dubbi e perplessità a cominciare da un post su Facebook in cui si parla di una giunta borghese piccola, piccola, rimarcando l’uscita di due donne e l’entrata di 3 uomini.

“Ai tempi del sindaco Visentin il PD – anzi le donne del PD – fece un gran casino contro il sindaco, per il riequilibrio di genere nella giunta. Si arrivò persino a proporre un ricorso al TAR” ricorda l’avvocato Salvo Salerno che contribuì a quel ricorso.

Adesso, però, col sindaco Italia, pare che vada tutto bene, possono esserci nove assessori, quasi tutti maschi, ma non c’è violazione di legge. “In effetti – ricorda Salerno – la Legge regionale 3/2019 fu depurata, con un colpo di mano all’ARS, della quota rosa, ma, essendo l’equilibrio di genere, un principio ormai costituzionale (art. 51), l’autonomia speciale siciliana, sulla specifica materia, va necessariamente integrata con gli articoli 6 e 46 del Tuel, il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, che stabiliscono il principio delle pari opportunità e rinviano allo Statuto Comunale per la disciplina di dettaglio”.

C.A.

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