Siracusa, 3 settembre 2020. “La sinergia tra l’Amministrazione comunale e gli operatori del settore è fondamentale per affrontare la sfida del turismo, dopo l’inaspettata e traumatica battuta d’arresto causata dall’emergenza sanitaria. Siracusa torni ad essere una città aperta in cui tutti i corpi intermedi siano chiamati alla costruzione dello sviluppo”. A dirlo è Michele Mangiafico, ex vicepresidente del Consiglio comunale di Siracusa, già attento alla questione dai primi momenti del post quarantena da emergenza sanitaria.
“Se da un lato – dice Mangiafico – non può che essere condivisa la sensazione di “Noi Albergatori” che in questo momento storico la città venga amministrata senza una visione, dall’altro ogni porzione di rappresentanza non può indietreggiare rispetto al dovere di spronare l’Amministrazione comunale alla concertazione, al dialogo e alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, anche a fronte di segnali negativi”.
Segnali che il settore del turismo ha percepito e continua a percepire, ma che non devono essere motivo di sconforto: “Le determinazioni assunte da chi oggi governa la città non scoraggino, ma ci inducano a tenere diritti la barra delle proposte e delle idee e, soprattutto, di un modus operandi condiviso e partecipato. – continua Mangiafico – Ritengo che sia doveroso individuare un tema per caratterizzare le future stagioni turistiche della città e decidere insieme agli operatori del turismo il migliore cartellone di eventi che possa trainare il settore. Se è vero, com’è vero, che il Governo nazionale ha stanziato per la città di Siracusa 290 mila euro a “ristoro della mancata entrata dell’imposta di soggiorno” (cfr. determina dirigenziale numero 53 del 06/08/2020), è deludente assistere a processi decisionali amministrativi nei quali viene demandato al solo dirigente di settore il giudizio sul pregio e l’interesse degli spettacoli da finanziare in città in base alle proposte giunte al protocollo. La delusione espressa a fine stagione dagli operatori del settore diventa la cartina di tornasole del risultato di un mancato coinvolgimento”.
Sono necessari, al contrario, avvisi pubblici, inviti a manifestazioni d’interesse che nella massima trasparenza permettano a tutte le associazioni del territorio, che per risorse ed esperienze abbiano la capacità di programmare iniziative, di concorrere alla promozione e valorizzazione di Siracusa. Solo così, i progetti più meritevoli, potranno beneficiare di un contributo economico che prenda atto comunque dell’impegno imprenditoriale di chi opera nel turismo, considerato che queste risorse del 2020 sono a ristoro dei mancati introiti provenienti dalla tassa di soggiorno.
“L’Amministrazione – pressa Mangiafico – torni a prendere in considerazione l’idea di una moratoria sulla tassa di soggiorno fino alla primavera del 2021 al fine di dimostrare una volontà di dialogo con un comparto dell’economia cittadina che manifesta segni tangibili di sfiducia, di distacco e di disaffezione. Investa sulle direttrici che gli albergatori e i turisti hanno lamentato di più: la pulizia del territorio, l’eliminazione del fenomeno delle discariche abusive, la regolarizzazione dei cittadini non registrati alla Tari, la videosorveglianza dei punti sensibili, la cartellonistica nelle zone balneari, una maggiore attenzione per la porzione di territorio che accoglie gran parte degli investimenti alberghieri, ovvero la costa a sud della città”.
Una chiosa sul “Caravaggio”. “La questione della movimentazione delle opere d’arte di maggior prestigio della nostra città, ovvero il Seppellimento di Santa Lucia del Caravaggio e L’Annunciazione di Antonello da Messina, non è nuova alle cronache siracusane più tristi (la prima andò a Palazzo Reale a Milano nel 2005 in seguito a pressioni politiche, mentre la seconda andò successivamente alle Scuderie del Quirinale a Roma). – e poi conclude Mangiafico – Ragioni tecniche legate alle condizioni precarie delle opere si uniscono a ragioni culturali dovute al legame distintivo tra le opere e il territorio per cui dovrebbe essere vietato in maniera categorica il disinvolto trasferimento dal luogo ad esse deputato. Non dovrebbe essere necessario neanche il supporto, comunque intervenuto martedì mattina, di ventuno consiglieri comunali con un loro documento (firmato anche dal sottoscritto), per ricordare che oggi l’attività legata alla movimentazione di opere d’arte è principalmente un’attività che asseconda obiettivi economici ma dimentica che le opere d’arte sono beni altamente fragili e, soprattutto, unici. Anche questa consapevolezza concorre alla costruzione di una visione di sviluppo della città”.